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Politica e Sanità

11 Maggio 2016

Diagnosi strumentali in parafarmacie, Regione Piemonte: sì ma con limiti


Sì alle diagnosi strumentali in parafarmacie, ma con alcuni limiti. È quanto si legge in un comunicato del Consiglio regionale del Piemonte, in cui si specifica che insieme alla legge regionale, che consente l'impiego di apparecchi di autodiagnostica rapida, sono stati approvati anche due emendamenti limitativi, volti a confermare la differenza tra la farmacia, che le norme considerano "presidio sanitario", e la parafarmacia. Il nuovo testo modifica la legge regionale precedente, che impediva l'utilizzo di apparecchi autodiagnostici al di fuori delle farmacie. Tuttavia il decreto legislativo 332/2000, definisce questi strumenti come «qualsiasi dispositivo predisposto dal fabbricante per essere usato a domicilio da parte di profani, quali persone non esperte di test diagnostici» e la Corte di Cassazione ha affermato che non si configurerebbe differenza tra il caso in cui gli apparecchi vengano messi in funzione dagli utilizzatori stessi o dal personale più esperto del loro funzionamento. Insomma, secondo le opposizioni, nonostante l'apparente apertura le nuove norme della Giunta piemontese non farebbero altro che confermare quelle precedenti.

Molto critico sui paletti della Regione il presidente della Federazione nazionale delle parafarmacie Davide Gullotta: «Purtroppo in Italia le leggi si fanno e poi si devono interpretare; sono state ammesse le autoanalisi nelle parafarmacie per certi parametri escludendone altri». Questo, secondo Gullotta, va contro il parere molto chiaro espresso dall'Antitrust, secondo il quale «tutto ciò che non è espressamente vietato in parafarmacia, come la vendita di farmaci di fascia A e fascia C, deve essere ammesso e le Regioni dovrebbero adeguarsi. Limitazioni e blocchi, come quelli relativi alle prenotazioni Cup, al ritiro referti o, in questo caso, alle autoanalisi, sono sbagliati e vanno contro la logica e sono introdotte specificamente per ostacolare le parafarmacie o perché c'è una voglia di burocrazia e di complicare le cose. Ricordiamo che qui si parla di autoanalisi e quindi di qualcosa che il cittadino stesso si può autocontrollare con l'assistenza del farmacista, che nelle parafarmacie è sempre presente».


Renato Torlaschi

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