Clinica

mag52011

Dibattito aperto sull’utilità del sodio alimentare

Si rincorrono le teorie sull’uso più o meno nocivo del sale nell’alimentazione: studio europeo pubblicato da Jama sostiene che ridurlo non solo ha effetti minimi sulla prevenzione dell’ipertensione ma potrebbe complessivamente risultare nociva alla salute umana. La ricerca, che sta suscitando dibattito acceso è stata condotta presso l'Università di Leuven in Belgio, ha seguito per quasi 8 anni 3.681 cittadini europei di 40 anni di età in media che non soffrivano di ipertensione all'inizio dello studio. I ricercatori hanno misurato l'assunzione di sodio dei partecipanti dalle urine ed hanno concluso che i volontari che consumavano meno sale avevano probabilità più alte di morte di quelli che ne usavano meno. Nel corso dell'indagine, infatti, sono morte 50 persone nel gruppo con assunzione più bassa di sale (2,5 mg al dì di sodio), mentre si sono registrati 24 decessi nel gruppo con consumi medi (3,9 mg) e 10 nel gruppo con l'uso più elevato di sodio (6,0 mg al giorno). Quanto agli effetti sulla pressione arteriosa, chi mangiava più sale ha evidenziato un live aumento nella pressione diastolica (1,71 millimetri per ogni 2,5 grammi di sodio al giorno) ma nessun rischio supplementare di sviluppare ipertensione. Gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione della malattie di Atlanta hanno messo in guardia contro i risultati del nuovo studio, osservando che il campione analizzato è troppo piccolo, che i partecipanti erano giovani e non soffrivano di ipertensione. Altri specialisti come Michael Alderman, dell'Einstein college of medicine e direttore dell'American journal of hypertension, hanno ricordato che altre indagini scientifiche hanno dato risultati contraddittori sugli effetti del sodio sulla salute e che il tema rimane aperto.


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