NUTRIZIONE

feb152013

Dieta vegetariana: per tutte le fasi della vita

7 milioni e mezzo di italiani hanno scelto una dieta che esclude totalmente o parzialmente alimenti di origine animale. Regime alimentare riconosciuto sano, ma che deve essere opportunamente pianificato, soprattutto nei bambini.

La dieta vegetariana, in generale, è uno stile alimentare che esclude tutti o in parte alimenti di origine animale. In Italia questa scelta coinvolge quasi il 10% della popolazione, per la maggior parte latto-ovo-vegetariani, che consumano insieme a frutta e verdura anche latte, latticini e uova. In minor numero, i vegani (dieta senza alimenti di origine animale, compreso il miele), i fruttariani (dieta a base di frutta, semi, miele e oli vegetali) e i macrobiotici (esclusione di prodotti animali, latticini e uova ad eccezione del pesce) completano il quadro di quanti hanno fatto scelte alimentari alternative in base a personali motivazioni etiche, religiose, ambientaliste o semplicemente salutiste. Queste diete sembrano in generale avere effetti positivi sulla salute dell’organismo adulto, poiché aiutano a prevenire importanti patologie croniche, grazie al minor apporto di grassi saturi e colesterolo e alla maggior presenza di fibre, magnesio, potassio, vitamina C ed E e di diversi fitocomposti, a patto che siano opportunamente gestite, magari sotto la guida di esperti. In alcuni casi, può rendersi necessario il ricorso ad integratori, soprattutto nelle diete di esclusione più strette, per la possibile carenza di vit. B12, calcio, vitamina D, zinco e acidi grassi polinsaturi a lunga catena n-3 (acido eicosapentaenoico Epa e acido docosaesaenoico Dha). Alcune precauzioni tuttavia vanno seguite nei bambini, soprattutto se si decide di intraprendere una dieta particolare già dallo svezzamento.

Svezzamento
La carne infatti non sembra essere indispensabile per lo sviluppo del bambino. Una dieta latto-ovo-vegetariana ben disegnata è di fatto approvata fin dalle prime fasi dello svezzamento, purché tutti i nutrienti siano ben bilanciati per evitare carenze soprattutto di micronutrienti e si rispettino le diverse fasi di introduzione degli alimenti (es. tuorlo d’uovo ben cotto anche da subito, legumi decorticati e passati sin dal settimo mese, uovo intero dall’anno di età). Discorso più delicato per le diete vegane, che in linea teorica se ben pianificata, secondo l’American dietetic association, possono essere appropriate anche durante l’infanzia a patto di integrare la carenza di vit. B12, naturalmente contenuta prodotti di origine animale. La pratica pediatrica tuttavia mette in guardia dalle diete di esclusione troppo strette, considerate inadeguate in epoca infantile, che potrebbero essere causa, se non ben gestite, di ritardi della crescita e dello sviluppo psicomotorio. In particolare fra i 6 e i 18 mesi quando deficit vitaminici (B12 e D), di minerali (ferro, calcio, fosforo  e zinco), di calorie e di proteine possono aumentare il rischio di incorrere in uno stato nutrizionale povero e inadeguato. 

Di Genova T, Guyda H. Infant and children consuming atypical diets: vegetarianism and macrobiotics. Paediatr Child Health 2007 12(3):185
Verduci E et al. Dieta vegetarian in età pediatrica. Doctor Pediatria. 2011 Febbraio: 41-46
American Dietetic Association. Position of the of the American Dietetic Association: vegetarian diets. Journal of the American Dietetic Association. 2009 109(7):1266-82

Francesca De Vecchi - specialista in scienze dell’alimentazione


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