Fitoterapia
20 Gennaio 2017Senza dubbio il testo del decreto 22 dicembre 2016 ha sollevato un gran polverone. Con esso si vieta la prescrizione e l'allestimento di preparati dimagranti contenenti da soli e in associazione, delle sostanze pure e degli estratti vegetali iscritti in una specifica lista. Tra gli estratti imputati anche il the, il tarassaco, il finocchio, il fucus etc.
Premesso che molte delle sostanze citate dal decreto non presentano alcuna attività dimagrante, tanto meno tossica, l'unica forse è il fucus, che però compare nella lista addirittura due volte, una prima volta con il nome volgare e una seconda con il nome in latino, come se fossero due sostanze diverse.
Insomma è stato fatto un bel pasticcio al quale fortunatamente una commissione riunita appositamente in questi giorni, sta cercando di porre rimedio. Una cosa che più di tutte è balzata agli occhi di questo decreto, è la presenza di principi attivi realmente pericolosi per la salute, come l'efedrina, accanto a piante per lo più innocue.
Sia chiaro, la cautela con le piante officinali non è mai abbastanza, soprattutto in questi ambiti, ma non può e non deve dare spazio ad inutili allarmismi.
Sarebbe stato molto più utile stilare protocolli che indicassero le eventuali controindicazioni delle piante imputate, comprese le pericolose interazioni farmacologiche o l'incompatibilità di alcune di loro con particolari cibi.
Piuttosto che additare il fucus ad esempio, sarebbe stato più utile informare che esso può interagire con gli ormoni tiroidei usati nella terapia dell'ipotiroidismo. Il Fucus vesicololus è un'alga bruna presente nei mari freddi e ha un uso tradizionale consolidato nel controllo del peso corporeo. In virtù di un tenore di iodio non trascurabile svolge una leggera stimolazione del metabolismo. Per questo può in qualche modo interagire con gli ormoni tiroidei. Grazie poi alla sua componente alginica che gli regala proprietà gelificanti, il fucus preso prima dei pasti agisce anche da saziante. Per lo stesso motivo può essere positivamente usato anche nel controllo del reflusso gastro-esofageo, essendo l'acido alginico allo stesso tempo un gelificante e un protettore per la mucosa.
Tutto questo per dire che la legge 22 dicembre 2016, imputando quelle piante per lo più innocenti, non solo compie un errore di valutazione ma toglie anche delle opportunità terapeutiche ai medici e ai pazienti.
Sbagliare è umano, ci mancherebbe, ma con la salute non si scherza e tali leggerezze da un Ministero sono a mio avviso inaccettabili. Spero questa impasse sia da monito per chi pensa che la medicina naturale sia solo accessoria a quella convenzionale. Con la fitoterapia si possono curare veramente le persone ma si possono fare anche danni seri, soprattutto se si pensa di conoscere la materia e poi invece non è così.
Angelo Siviero
Farmacista galenico esperto in fitoterapia e medicine alternative
Per info:sivieroangelo1@gmail.com
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