mar232018
Diretta, consegna farmaci in Case salute. Titolari: pazienti in farmacia per avere informazioni
Farmaci in pacchetti chiusi consegnati in Case della Salute, talvolta anche da infermieri, o in strutture ospedaliere, tutti insieme, così che i pazienti vanno poi in farmacia per chiedere spiegazioni sulle modalità di somministrazione. Sono diverse le segnalazioni di casi come questo e da ultimo a lamentare la situazione è una farmacia di Parma. «L'Accordo sulla Dpc di aprile dell'anno scorso per riequilibrare il rapporto tra distribuzione diretta, Dpc e convenzionata, e omogeneizzare la situazione sul territorio» spiega
Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna, «secondo quanto riferisce la Regione, risulta essere rispettato, ma va detto che gli obiettivi che si proponeva di raggiungere sono bassi rispetto a quella che è la situazione della distribuzione diretta in Regione. Casi come quello segnalato accadono, soprattutto in alcune zone, e sono figli di una situazione protratta per anni. Per quanto ci riguarda, stiamo lavorando, già ora, con la Regione per rinnovare l'Accordo con volumi più alti rispetto a una diminuzione della diretta e a un trasferimento in Dpc e in convenzionata e da parte della Regione abbiamo registrato disponibilità». Un primo passo in questa direzione «è stata la firma del regolamento sulla Dpc, che prevede la validazione del piano terapeutico in farmacia e non più in ospedale, con conseguente consegna nei nostri presidi del primo ciclo di terapia».
Per la sua attuazione, «ci stiamo già muovendo a mettere in campo i passaggi a livello di piattaforma informatica e soprattutto di formazione, che partirà a breve. Questo perché la farmacia dovrà assicurare il controllo dell'appropriatezza, della posologia, e così via». C'è poi il tema della preintesa sull'Autonomia firmata, prima delle elezioni, da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, in cui in particolare quest'ultima regione ha rivendicato autonomia rispetto alla definizione delle modalità di distribuzione dei farmaci (si veda Farmacista33 del 1 marzo): «contenuti che sono in contrasto con il lavoro di omogeneizzazione nazionale che si sta facendo in sede di rinnovo della Convenzione al tavolo con la Sisac e con l'Accordo regionale in essere. Con la premessa che si tratta di una pre-intesa, di sapore elettorale, e che dovrà essere recepita dal nuovo Governo, ci stiamo muovendo insieme a Federfarma nazionale: abbiamo inviato una lettera al Governatore e all'Assessore per richiedere un incontro e discuterne».
Francesca Giani