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Politica e Sanità

17 Marzo 2015

Disoccupazione, Attolico (Fiafant): jobs act peggiora una situazione già dura per i non titolari


Un contratto scaduto, una situazione di precariato che si esplicita soprattutto attraverso il ricorso al lavoro a chiamata e alla partita iva e condizioni di lavoro che vengono peggiorate dal Jobs Act. È questa la situazione denunciata da Anna Attolico, presidente Fiafant, che spiega: «ll Jobs act ha di fatto peggiorato una situazione resa già difficile dalla crisi. Innanzitutto, se ha chiarito la posizione dei precari che avevano contratti a progetto, non ha di fatto preso in grande considerazione quel precariato fatto di lavoratori a chiamata e delle partite iva, situazioni che interessano maggiormente i collaboratori di farmacia. Inoltre se è vero che le tutele dell'articolo 18 non interessavano già prima, nella maggior parte dei casi, i collaboratori di farmacia, date le piccole dimensioni in media delle farmacie, il provvedimento ha facilitato il licenziamento per procedimenti disciplinari facendo venire meno nei fatti il sistema a step, di successivi richiami». Con l'effetto che «viene a decadere la proporzionalità fra atto illecito del lavoratore e provvedimento disciplinare e ne risentirà la possibilità del lavoratore di chiedere l'indennizzo in caso di licenziamento immotivato». Va detto poi che il jobs act riduce di fatto «la possibilità per i sindacati, nella discussione tra le parti, di definire regole e equilibri in gioco, permettendo di tentare di strappare alla controparte le massime tutele possibili a carattere solidale per tutti i lavoratori, anche quelli meno garantiti dalle leggi». Per tutto questo «riteniamo che i farmacisti non titolari saranno pesantemente penalizzati, sempre più ricattabili e con un Contratto non più rivisto dal 2009 nella parte normativa e da novembre 2011 nella parte economica. Ci auguriamo certamente che le farmacie possano essere invogliate dalle misure sulla contribuzione a stabilizzare qualche posizione, ma ci rendiamo conto che non è un periodo facile per nessuno». Mentre «i farmacisti dipendenti di farmacia avrebbero avuto bisogno di una norma che rinforzasse il ruolo del Contratto Nazionale, unica tutela solidaristica in un mondo così parcellizzato da rendere i lavoratori, quasi sempre, deboli e soli nei confronti del titolare della farmacia».

Francesca Giani

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