feb112015
Distributori: liberalizzazioni, un attacco mortale a filiera e assistenza farmaceutica
I profondi interventi di liberalizzazione del settore proposti dal Mise indeboliranno ulteriormente il sistema distributivo, già in precario equilibrio, e saranno un attacco mortale al sistema di assistenza farmaceutica. È con queste riflessioni che Federfarma servizi e l'Associazione distributori farmaceutici (Adf) entrano nel dibattito sulle ipotesi di liberalizzazioni nel settore di cui si dibatte in queste settimane e con una proposta avanzata da Antonello Mirone, presidente di Federfarma servizi: «Un incontro con il Mise nel quale mettere a disposizione l'esperienza maturata dalle cooperative e dai loro soci farmacisti per giungere a individuare una manovra che realmente renda il sistema farmaceutico ancora più competitivo ed efficiente». Mirone ricorda che «questo non è un attacco nuovo. Negli anni '70 i grandi capitali cercarono per la prima volta di distruggere la distribuzione farmaceutica. Fu allora che i farmacisti cominciarono ad organizzarsi in cooperative e le spinte accentratrici di alcuni capitali furono bloccate così dalla farmacia. In 50 anni la farmacia ha assistito, non senza qualche responsabilità, all'introduzione di alcune anomalie nel settore: la creazione bersaniana delle parafarmacie, la moltiplicazione delle farmacie con i recenti concorsi, la dispensazione degli innovativi solo attraverso il canale ospedaliero e arrivando ad immaginare che i farmaci possano essere venduti in un supermercato». E aggiunge: «Ridurre il bene farmaco e la risorsa farmacia a due voci di spesa da affidare alle logiche economiche dei grandi capitali che si nascondono abilmente dietro il paravento di una presunta spinta liberistica, significherebbe ignorare quel sistema di altissima qualità nella distribuzione farmaceutica che l'Unione Europea ha sempre riconosciuto essere un valore aggiunto nel sistema sanitario italiano». A fare fronte comune si schiera anche Mauro Giombini presidente Adf, che in una nota sottolinea che «la tenuta del sistema distributivo è fortemente minacciata» e suggerisce di guardare «l'allargamento nella dispensazione della fascia C anche a Gdo e parafarmacie in correlazione alla imminente apertura di oltre 2.500 farmacie già prevista in ossequio alla legge Balduzzi». E spiega: «Per contenere l'aumento dell'incidenza dei costi sul fatturato, in costante riduzione negli ultimi anni, bisognerebbe rivedere l'intero impianto dell'attività dei grossisti, già in sensibile perdita per effetto della drastica riduzione nella remunerazione della fascia A fissata nel 2010. Inoltre, il processo di allestimento delle forniture plurigiornaliere e quello delle relative consegne andrebbe sia a dilatarsi nei costi per effetto dell'aumento dei punti vendita da servire, sia a incidere su un volume drasticamente ridotto, rendendo pertanto economicamente insostenibile l'attività del grossista sia nell'attuale livello di servizio che in assoluto. Infine, è da rimarcare l'impatto finanziario in un quadro che vede attualmente oltre 3.000 farmacie in forte difficoltà, delle quali oltre il 10% approdate a procedure concorsuali, che a loro volta hanno messo in crisi irreversibile numerose società dell'anello distributivo intermedio».
Simona Zazzetta