feb212013
Distribuzione per conto dal SerT alla farmacia, meno costi più efficienza
Sono stati presentati il 16 febbraio, presso il SerT di Soverato, i risultati di un’analisi costo-utilità della terapia domiciliare con farmaco sostitutivo buprenorfinico in soggetti tossicodipendenti stabilizzati in trattamento a lungo termine, tramite distribuzione per conto (Dpc), contro la distribuzione tradizionale presso i SerT. «Si tratta di un progetto-pilota» ha spiegato Franco Montesano, direttore del SerT di Soverato - Asp di Catanzaro «effettuato in collaborazione con l'università Bocconi di Milano. Esso ha previsto l'utilizzo della dispensazione in Dpc nel trattamento sostitutivo di 12 utenti tossicodipendenti da oppiacei, con buprenorfina-naloxone (suboxone), farmaco ex osp-2, normalmente distribuito direttamente tramite SerT. Il progetto è stato possibile grazie alla sensibilità della direzione aziendale Asp-CZ, alla disponibilità gratuita dei medici di medicina generale e di Vitaliano Corapi e Vincenzo Defilippo, titolari rispettivamente delle farmacie convenzionate territoriali di Chiaravalle e Girifalco». «Il servizio reso dalle farmacie è stato ritenuto estremamente utile sia dagli assistiti, che in tal modo hanno potuto avvalersi di un presidio sanitario più capillarmente presente sul territorio» ha dichiarato Vincenzo Defilippo, presidente di Federfarma Catanzaro «sia dalla Asp che ha potuto demandare il proprio personale ad altre funzioni, con un incremento della propria efficienza contenendo sensibilmente le risorse economiche. Analogamente a quanto avvenuto con questa iniziativa, ritengo che si possa operare anche per una lunga e sostanziosa lista di altri medicinali». «Tra l’altro» ha aggiunto Vitaliano Corapi, presidente dell’Ordine provinciale dei Farmacisti di Catanzaro «si è così favorito l’inserimento graduale dei pazienti nell’ambito sociale, allontanandoli dagli ambienti della tossicodipendenza, come i SerT, dove possono esserci soggetti in uno stadio di recupero inferiore e quindi un ambiente più a rischio. Il protocollo, inoltre, ha consentito di continuare la terapia, nell’assoluto rispetto della privacy».