ago232016
Dpc e remunerazioni servizi in farmacia, Ordini e sindacati regionali: il punto della situazione
Dagli accordi sulla Dpc alle remunerazioni al farmacista per i servizi svolti a favore del cittadino, i vertici delle organizzazioni e sindacati dei titolari di farmacia delle diverse regioni fanno il punto con Farmacista33 sulle profonde differenze interregionali, ma anche intraregionali, che caratterizzano un sistema sanitario la cui attività sul suolo italiano è fortemente eterogenea.
In Campania esistono 7 modelli diversi di Dpc aziendale quante sono le Asl e in Emilia Romagna ci sono addirittura differenze abissali tra le modalità di distribuzione del farmaco all'interno della stessa Asl. In provincia di Reggio Calabria la diretta non esiste quasi, mentre in Liguria la decisione dell'Assessore alla sanità di eliminare totalmente la distribuzione diretta ha creato scompiglio, soprattutto nell'imperiese dove la Dpc non esisteva. E mentre con il rinnovo degli accordi sulla Dpc, in alcune regioni come Toscana, Piemonte e Umbria, si dà il via alla remunerazione da parte delle Asl di alcuni servizi svolti dai farmacisti territoriali, in altre regioni il tema non è stato neanche sfiorato. Inoltre, i compensi al farmacista per la Dpc variano notevolmente da Regione e Regione: nel Lazio il compenso per la dispensazioni di farmaci che costano più di 1000 euro ammonta a 20 euro a scatoletta (30 per le farmacie rurali) mentre nella maggior parte delle altre regioni il compenso massimo è compreso tra 3,88 euro e 8.09 euro (in ordine crescente: Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Liguria, Basilicata, Bolzano, Calabria, Puglia, Veneto, Trento, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Campania). Le remunerazioni top le ricevono la Sardegna (tra i 5 e i 25 euro a scatoletta), la Lombardia (tra 7.8 e 15.15 euro per scatoletta), la Val D'Aosta (tra 8.4 e 11.2 euro) e il Lazio. «Questa discrepanza tra regioni non può esistere - afferma il presidente di Federfarma Trento Paolo Betti - al tavolo della Convenzione farmaceutica nelle linee di indirizzo del comitato delle Regioni c'era quello di uniformare il più possibile questa forma di distribuzione in modo da renderla più omogenea in tutte le regioni e province italiane. Bisogna riportare la sanità a livello centrale, l'accesso al farmaco dev'essere uguale in tutta Italia, il diabetico siciliano e quello trentino devono avere le stesse possibilità, potenzialità e stesso carico fiscale se devono pagare il ticket».
In Trentino «è un decennio che facciamo la Dpc e funziona benissimo - sottolinea Betti - il corrispettivo riconosciuto per il servizio è nella media italiana anche se non paragonabile a quello di altre Regioni, ma è giusto che tutto venga uniformato». A pensarla allo stesso modo è il presidente di Federfarma Napoli e Campania
Michele Di Iorio: "C'è bisogno di omogeneità partendo dall'interno delle stesse regioni: in Campania i commissari vogliono lavorare a un modello regionale unico perché attualmente abbiamo 7 modelli diversi di Dpc aziendale quante sono le Asl. La sanità si fa razionalizzando i servizi: se si partisse con un'armonizzazione dei servizi in tutta la regione ho calcolato che si potrebbero risparmiare tranquillamente poco meno di 100 milioni di euro l'anno». E come la Campania esistono altre realtà frammentate, basti pensare al paradosso che vige in Emilia Romagna dove la stessa Asl che serve sia la provincia di Ravenna che di Rimini, ha accordi totalmente differenti con le due province: nella prima non si fa distribuzione diretta, mentre nella seconda la distribuzione per conto è praticamente inesistente, tanto che gli scontri con il sindacato titolari provinciale sono all'ordine del giorno: «Questa situazione crea differenze abnormi tra i cittadini, l'ospedale non deve richiedere il ticket, mentre in farmacia è obbligatorio, c'è chi paga e chi no e i Lea sembrerebbero non essere rispettati», afferma il presidente di Federfarma Rimini
Daniele Raganato. Un passo avanti per dare omogeneità a livello regionale lo ha fatto la Liguria, dove l'assessore alla sanità Sonia Viale con il nuovo accordo sulla Dpc recentemente deliberato dalla Giunta Regionale, di fatto ha annullato la distribuzione Diretta, sciogliendo il nodo dell'Imperiese dove non esisteva la Dpc con conseguenti disagi ai cittadini: «Una decisione che permetterà di armonizzare una situazione difficoltosa e insensata - afferma il presidente dell'Ordine regionale
Giuseppe Castello - a parte una ristretta parte di assistiti a livello domiciliare, tutti gli altri pazienti erano costretti a recarsi nei pochi centri di distribuzione del farmaco, magari partendo dalla campagna, da aree impervie, e ad orari limitati, quando nel resto della regione era sufficiente raggiungere la farmacia più vicina per avere accesso al farmaco».
A dare uniformità regionale alla Dpc a livello regionale sono state anche Toscana, Piemonte e Umbria con gli accordi recentemente firmati: in particolare in Umbria e Piemonte è stata introdotta la distribuzione per conto di quasi tutti i farmaci ospedalieri. I nuovi accordi di tutte e 3 le Regioni prevedono una remunerazione ai farmacisti territoriali per alcuni dei servizi svolti per il cittadino: 6.5 mln in tre anni in Piemonte per iniziative tra cui presa in carico del paziente e prenotazioni Cup, 4 mln in un anno in Toscana per attivazione della tessera sanitaria, prenotazioni Cup, ritiro referti e altri servizi. In Umbria l'accordo definisce le modalità di erogazione da parte delle farmacie di specifiche prestazioni professionali, come l'infermiere in farmacia e il fisioterapista in farmacia ed i requisiti da garantire. Esiste anche un capitolo dedicato alla sperimentazione di progetti innovativi. Tra le novità, in Friuli Venezia Giulia «il 1 ottobre di quest'anno dovrebbe entrare in vigore l'accordo revisionato per lo screening del colon retto che prevedrà la corresponsione di un onorario per questo servizio svolto dal farmacista», afferma il presidente di Federfarma regionale,
Francesco Pascolini. Tuttavia, in altre Regioni come la Calabria "ad oggi non sono previsti remunerazioni per i servizi - afferma il presidente di Federfarma Reggio Calabria Ettore Squillace - Il rinnovo dell'accordo sulla Dpc è previsto a fine anno ma senza novità particolari, in questa provincia la distribuzione è quasi tutta per conto". E di remunerazione dei servizi non se ne parla neanche in Puglia, Liguria e tante altre regioni, a Nord come a Sud, senza una precisa collocazione geografica.
Attilia Burke