ott232014
Ema resta sotto direzione generale Salute. Aifa: riconosciuto il bene-farmaco
I farmaci e la salute non possono essere trattati come una qualunque merce e la politica europea sui medicinali e sui prodotti farmaceutici dovrà essere una competenza congiunta. È con queste parole che
Jean-Claude Juncker, presidente designato della Commissione Europea, ha spiegato il cambiamento di rotta in merito alle competenze sui farmaci che non saranno trasferite alla Direzione generale imprese e industria (Dg Enterprise), ma resteranno in capo alla Direzione Generale Salute e Consumatori (Dg Sanco). La scelta di Juncker è stata annunciata già nei giorni scorsi, ma è ieri che il presidente ha presentato al Parlamento Ue, il collegio di commissari e il programma del nuovo esecutivo di Bruxelles, che sono stati approvati con 423 voti favorevoli, 209 contrati e 67 astensioni. L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha accolto con favore le dichiarazioni di Juncker, che di fatto confermano la centralità del benessere e della salute dei cittadini nelle politiche europee e la natura etica, oltre che economica, del "bene farmaco". Secondo Aifa, il comparto farmaceutico nell'ambito dell'industria europea, ha un'importanza strategica ed è fondamentale il contributo che l'impresa del farmaco fornisce alla società in termini di ricerca scientifica, di efficienza del sistema e di apporto all'innovazione, «tuttavia, proprio per la natura peculiare dei medicinali e per il loro diretto e immediato riflesso sulle possibilità di trattamento e di cura e quindi sulla salute e il benessere dei cittadini, le politiche del farmaco non possono essere ispirate esclusivamente a logiche di mercato, ma devono essere pienamente integrate nelle politiche sanitarie». E lo testimonia «l'impatto travolgente che l'introduzione dei farmaci innovativi dai costi elevatissimi rischia di avere sulla sostenibilità dei sistemi di salute pubblica e sui bilanci degli Stati». Aifa si dice «consapevole di quanto sia delicato accordare le legittime aspettative di cura dei pazienti e la tenuta delle finanze pubbliche», un equilibrio che senza un «approccio sempre più integrato delle politiche sanitarie rischia di spezzarsi». Così come «l'implementazione della normativa sui medicinali e le iniziative intraprese in questi anni a livello comunitario per l'armonizzazione delle politiche del farmaco nel contesto delle strategie complessive di salute, richiedono una continuità d'approccio e la condivisione di obiettivi e priorità, prima ancora che di strumenti operativi».
Simona Zazzetta