Equivalenti, 34 Faq per medici e farmacisti “refrattari”. Le linee guida di Sifac
Quali sono le caratteristiche che accomunano un medicinale equivalente e il suo originatore? Quali le differenze? Quali controlli vengono eseguiti sui medicinali equivalenti dopo che sono entrati in commercio? Come si potrebbe ottimizzare l'aderenza alla terapia? Come considerare i pazienti più sensibili? Sono alcune delle domande che ancora ci si pone sugli equivalenti e che, nella formula delle Faq, sono state raccolte in un volume dal titolo "Equivalenti. Le domande più frequenti", realizzato dalla Società italiana di farmacia clinica (Sifac), in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano e il patrocinio gratuito di Assogenerici. Un documento di indirizzo, pubblicato da Edra e firmato dagli autori Corrado Giua Marassi, Paola Minghetti, Umberto M. Musazzi e Ambra Pedrazzini, che è stato presentato durante una tavola rotonda a FarmacistaPiù, in corso a Roma. «L'idea di produrre il documento, in collaborazione con l'Università degli studi di Milano» ha spiegato la Sifac «è nata da due studi scientifici consecutivi tra loro. Partendo dalle basse percentuali di penetrazione degli equivalenti nel mercato italiano, abbiamo dapprima indagato sui pazienti, riscontrando che la loro refrattarietà di impiego degli equivalenti era anche dovuta a una scarsa promozione da parte del farmacista e del medico. Nel secondo studio si è quindi cercato di comprendere da cosa scaturisse la diffidenza alla prescrizione/dispensazione di una fetta importante di medici e farmacisti. Ne è emerso che c'è una carenza informativa (e talvolta distorta) sugli equivalenti in merito alle basi tecnologiche, farmacologiche e cliniche». Tanto che, si legge nella prefazione, risultano «ancora presenti, nell'immaginario collettivo, perplessità correlate all'efficacia e alla sicurezza dei medicinali equivalenti da parte dei pazienti, ma ancor prima nella considerazione di medici di medicina generale (Mmg) e farmacisti. Al fine di fronteggiare "l'effetto domino" di distorte informazioni e false credenze, si eÌ pensato di realizzare un documento di indirizzo, articolato sotto forma di FAQ, rivolto a Mmg e farmacisti, con l'intento di chiarire ogni dubbio e sostenere quindi il corretto utilizzo dei medicinali equivalenti nel nostro Paese. Le FAQ sono state costruite su solide basi scientifiche farmacologiche, tecnologiche e legislative in modo da sovvertire, con un linguaggio semplice e mirato, le principali perplessitàÌ che a affliggono medici e farmacisti. La natura inedita di un documento sugli Equivalenti sotto forma di FAQ offre la possibilità di consultare in maniera diretta la tematica di interesse e può costituire anche un mezzo argomentativo attraverso il quale farmacisti e medici rassicurano il paziente. L'obiettivo di questo lavoro eÌ quello di giungere a una visione univoca del concetto e dell'uso del medicinale equivalente, basato su una corretta informazione e su un'efficace collaborazione tra pazienti, professionisti sanitari e istituzioni, al fine di beneficiare dell'opportunità di risparmio offerta da tali medicinali a parità di assoluta e giustificata qualità, efficacia e sicurezza». Secondo l'ultimo aggiornamento realizzato dall'Ufficio studi Assogenerici, ha aggiunto Paola Minghetti, Presidente Sifap, «nel primo semestre del 2018 i farmaci equivalenti in Classe A hanno assorbito il 29,3% dei consumi a unità: 3 farmaci su 10 in classe A sono farmaci equivalenti. Dai dati continua però a emergere una differenza importante tra Nord e Sud in tema di consumi e viene dimostrato che esistono ancora resistenza, equivoci e cattiva informazione: il consumo degli equivalenti di classe A si concentra infatti soprattutto al Nord con una incidenza del 36,5% a unità, contro il 26,8% del centro e il 21,5% del Sud Italia (21,5%; 16,2%). A separare Nord e Sud sono 15 punti percentuali a unità e 11 punti percentuali a valori». «I farmaci equivalenti» ha concluso Michele Uda, Direttore Generale di Assogenerici, «rappresentano una risorsa indispensabile che il Servizio sanitario nazionale non può permettersi di sprecare: nell'ultimo decennio hanno contribuito in modo determinante alla sostenibilità del sistema garantendo allo stesso tempo un robusto ampliamento della platea degli aventi accesso alle cure. Le Linee guida della Sifac, proprio perché destinate ad un pubblico di operatori sanitari qualificati come medici e farmacisti, possono rispondere al meglio all'obiettivo di correggere informazioni distorte e false credenze stratificate negli anni, anche nell'immaginario collettivo dei professionisti della salute in merito ai prodotti equivalenti, garantendone il corretto utilizzo nel nostro Paese. E il fatto che la presentazione di questo documento avvenga nell'ambito di FarmacistaPiù evidenzia quanto il mondo farmacie sia attento a questa tematica».
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