Politica e Sanità
22 Novembre 2016Ancora trenta giorni di stop per la determina Aifa 458 del 31 marzo 2016 sull'equivalenza terapeutica. Aifa ha, infatti, deciso di sospendere per la terza volta la determina che ha fatto tanto discutere nei mesi scorsi e sulla quale ancora ieri è arrivata la ferma opposizione di associazione dei medici e dei pazienti. La determina, di fatto, consentirebbe alle Regioni di mettere a gara differenti principi attivi scegliendo il meno costoso. Un fatto, spiega una nota di forte contrarietà di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, che se applicato «porterebbe a conseguenze gravi su diversi fronti: i pazienti si ritroveranno, nel corso di una cura già in atto con determinati farmaci, ad essere curati con molecole diverse, perché meno costose, a prescindere dall'equilibrio trovato e per i potenziali effetti avversi derivanti da molecole non del tutto adatte per quel paziente. La compliance e l'aderenza al farmaco quindi potrebbero diminuire, complicando molto la vita dei malati cronici che assumono giornalmente molti farmaci»
«In più, continua la nota «i medici, da intellettuali e professionisti della cura, rischiano di diventare solo burocrati, in quanto meri esecutori di scelte decise da altri: potranno prescrivere solo la molecola tra quelle presenti in una categoria farmacologica. I meccanismi di gara così fatti, potrebbero minare l'autonomia del medico nella scelta e nella decisione di non sostituibilità; gli effetti derivanti dalla limitazione delle opzioni terapeutiche dovuti a criteri esclusivamente economici, non supportati da evidenze scientifiche robuste, andranno contro la continuità e personalizzazione della cura» Una posizione condivisa da varie associazioni di medici, tra le quali la Fimmg che per voce del segretario neo eletto Silvestro Scotti ribadisce come «appropriatezza e sostenibilità sono obiettivi non solo condivisibili ma necessari al sistema; la determina Aifa certamente non risponde a questi principi ma mette in discussione l'autonomia professionale del medico e obbliga il paziente a rinunciare alla continuità e personalizzazione delle cure o a doverle pagare. Altri sono i percorsi per garantire appropriatezza e sostenibilità e Fimmg continuerà a confrontarsi con i cittadini e gli specialisti certi che questi siano gli attori coinvolti su scelte che appaiono troppo imposte e per niente condivise o condivisibili».
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