nov282010
Erbe nemiche del warfarin
di Elisabetta Lucchesini
L’associazione tra prodotti fitoterapici e farmaci tradizionali non è esente dal pericolo di interazioni rischiose, anche se spesso i pazienti non ne tengono conto. Lo ha ribadito Jennifer Strohecker, farmacista clinica all’Intermountain medical center di Salt Lake City, al recente meeting dell’American heart association, presentando i risultati di un’indagine effettuata su 100 pazienti in trattamento anticoagulante con warfarin. Tre gli argomenti indagati con un questionario: la frequenza d’utilizzo di integratori erboristici o alimentari; l’eventuale gap di comunicazione circa l’uso dei supplementi tra medico e paziente; possibili barriere a una corretta comunicazione. A fronte di oltre i 2/3 del campione che ha dichiarato l’uso di integratori, solo un terzo è stato interrogato dal curante circa questa eventualità. Il 47% dei pazienti non considera gli integratori al pari dei farmaci e perciò li associa, inconsapevole dei possibili rischi (emorragia o infarto nel caso del warfarin). Tra l’altro la maggior parte (63%) non si consulta prima con il medico o il farmacista, anche se quasi tutti (92%) ne parlerebbero volentieri se venissero interrogati in proposito. E un colloquio con un esperto sarebbe fondamentale, perché nemmeno le informazioni contenute sui foglietti illustrativi dei prodotti sono esaurienti circa il rischio d’interazioni pericolose.
HealthDay News American heart association meeting, Chicago 15 november 2010
http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/news/fullstory_105575.html