Farmaci e dintorni
06 Febbraio 2018Negli uomini anziani con almeno un fattore di rischio cardiovascolare, il trattamento con statine e quello per la riduzione farmacologica della pressione sanguigna non influiscono in modo significativo sulla funzione erettile, secondo uno studio pubblicato sul Canadian Journal of Cardiology. «Non era chiaro se la modifica del colesterolo, della pressione sanguigna o di entrambi influissero sulla disfunzione erettile, e vi erano preoccupazioni sul fatto che la disfunzione erettile fosse aggravata da farmaci usati per trattare questi fattori di rischio» afferma Philip Joseph, della McMaster University di Hamilton, Canada, primo autore dello studio. I ricercatori hanno condotto un'analisi secondaria dei risultati dello studio Heart Outcomes Prevention Evaluation3, che ha coinvolto 2.153 uomini di età pari o superiore a 55 anni, con uno o più fattori di rischio cardiovascolare. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere rosuvastatina o placebo e candesartan con idroclorotiazide (Cand + HCTZ) o placebo, o la combinazione di questi farmaci o doppio placebo in un disegno fattoriale 2 × 2. La funzione erettile è stata misurata utilizzando il questionario validato International Index of Erectile Function (IIEF) all'inizio dello studio e dopo un follow-up medio di 5,8 anni. Durante lo studio, né l'abbassamento della pressione arteriosa con candesartan/HCTZ (-1,6 contro -1,3; p=0,10) né l'abbassamento del colesterolo con una statina (-1,4 contro -1,5; p=0,74), né una terapia di combinazione rispetto a doppio placebo (p=0,35) hanno mostrato un impatto sulla funzione erettile. «Gli uomini che sviluppano una disfunzione erettile mentre assumono questi farmaci attribuiscono comunemente i loro sintomi ai farmaci, ma i nostri risultati suggeriscono che questi medicinali non hanno un impatto negativo sulla funzione erettile, il che dovrebbe essere rassicurante per gli uomini che li stanno assumendo» concludono gli autori. «I pazienti che esprimono preoccupazione per la disfunzione erettile dovrebbero essere rassicurati sulla mancanza di impatto da parte delle statine o della terapia combinata con bloccante dei recettori dell'angiotensina/tiazidico» scrive in un editoriale di accompagnamento John Mancini, della University of British Columbia, Canada.
Canadian Journal of Cardiology 2018. Doi: 10.1016/j.cjca.2017.09.026
http://www.onlinecjc.ca/article/S0828-282X(17)31091-7/fulltext
Canadian Journal of Cardiology 2018. Doi: 10.1016/j.cjca.2017.10.022
http://www.onlinecjc.ca/article/S0828-282X(17)31111-X/fulltext
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