mag142015
Farmaci analgesici, Rapporto su legge 38: cresce consumo di oppioidi
Tra il 2012 e il 2014 il consumo dei farmaci analgesici non oppioidi ha visto un aumento contenuto mentre per gli analgesici oppioidi l'incremento è stato maggiore: del 26% su scala nazionale e di oltre il 30% in alcune regioni. Questi alcuni dei dati emersi dal rapporto sullo stato di attuazione della legge 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore, proprio come previsto dalla legge stessa, nell'articolo 11, inviato al Parlamento dal ministro della Salute Lorenzin. Ritenuta uno dei fiori all'occhiello della sanità italiana, la legge è in fase di progressiva attuazione: «molta strada resta da fare - ha detto il ministro - ma questi dati dimostrano che l'uso delle terapie contro il dolore non è più un tabù e che sono sempre di più le persone che ricevono un'assistenza adeguata nel momento di massima fragilità in strutture preparate e da personale competente».
Il concetto fondamentale di "rete", così come presente nella normativa, è stato il punto di riferimento per la redazione di tutte le relazioni presentate negli anni passati. Coerentemente con il lavoro già svolto, l'attenzione del Rapporto al Parlamento di quest'anno si è concentrata sul paziente assistito nelle reti assistenziali previste dalla legge. Si dato uno specifico rilievo alle fasce deboli della popolazione, gli anziani e i pazienti in età pediatrica, con una approfondita analisi dei risultati derivati dal monitoraggio dei dati immessi dalle regioni nel sistema informativo sanitario del ministero. In particolare, questa edizione del rapporto contiene un focus sull'assistenza palliativa e sulla terapia del dolore rivolta al paziente anziano, più che mai attuale dato l'aumento della popolazione sopra i 65 anni di età, che pone sfide importanti per il sistema sanitario di tutti i Paesi europei. Tra gli scenari emersi anche un'assistenza ai malati terminali erogata sempre più spesso in strutture alternative all'ospedale, dove i pazienti deceduti con diagnosi primaria o secondaria di neoplasia nei reparti per acuti sono scesi in un solo anno da 47.537 a 44.725.
Renato Torlaschi