ott52016
Farmaci oncologici, associazioni incompatibili in una prescrizione su 2
Quasi una ricetta rossa su 2 (40%) contiene associazioni farmacologiche non compatibili. A parlarne è il direttore U.O.C. Oncologia, Azienda ospedaliera Sant'Andrea di Roma,
Paolo Marchetti, in occasione dell'incontro "Obiettivo Zero: riduzione del rischio prevenzione degli errori nella gestione dei farmaci antineoplastici" che si è tenuto al Ministero della Salute a Roma. «Il dato a suo tempo pubblicato e proveniente dal database della Regione Emilia Romagna rispecchia una sentita problematica non solo italiana, ma estremamente attuale e sentita anche in altri Paesi» afferma Marchetti «ecco perché sarebbe importante avere un farmacista di reparto presente quando si discutono le singole terapie per avere un aiuto ulteriore nella definizione di associazioni farmacologiche che sono non solo dannose per il possibile impatto sulla variabilità dell'efficacia degli stessi farmaci, ma anche per quei piccoli effetti collaterali che portano il paziente a non aderire alle terapie che gli vengono prescritte e che comporta inefficacia dei trattamenti».
Il controllo delle associazioni dei farmaci è una delle pratiche che andrebbero implementate al fine di ridurre l'errore clinico all'interno dei presidi ospedalieri e non solo. Un'area particolarmente delicata in tal senso è quella dei farmaci antineoplastici. «La letteratura scientifica internazionale sull'analisi dei rischi negli antineoplastici è molto vasta perché sono potenzialmente molto tossici - afferma il presidente della Società Italiana Farmacisti Preparatori
Paola Minghetti - ci sono valori molto discordanti in letteratura ma il fatto che una percentuale piuttosto elevata di errori ci sia in tutta la filiera è ormai documentato in tutti i Paesi». A questo proposito, è stato evidenziato come sul fronte delle prescrizioni «un sistema informatizzato che permetta un dialogo tra tutti gli operatori porta ad una forte riduzione dell'errore», sottolinea Minghetti. Il settore oncologico è notoriamente complesso poiché implica il coinvolgimento di un insieme di professionisti (farmacisti, medici, infermieri) che coordinano le numerose fasi che vanno dall'approvvigionamento e immagazzinamento, alla conservazione, alla prescrizione, distribuzione, somministrazione e monitoraggio. L'Italia con la Raccomandazione 14 che individua le buone prassi per approvvigionamento, stoccaggio, prescrizione, preparazione e somministrazione dei farmaci antineoplastici si contraddistingue in chiave positiva nella cornice internazionale.
Il tema dell'automatizzazione e informatizzazione dei sistemi all'interno degli ospedali è più che mai attuale e rappresenta un punto chiave per il superamento anche di altre criticità che il comparto farmaceutico sta affrontando: «Il Ministero ci sta aiutando con il progetto di targatura delle scatole di farmaci che ci porterà a individuare in maniera univoca non solo quel lotto con quella scadenza ma anche la singola confezione - spiega a
Farmacista33 il dirigente Farmacia ospedaliera, Ospedale San Martino di Genova
Barbara Rebesco - quando questo progetto potrà essere applicato in maniera estensiva a tutte le tipologie di farmaci e a tutte le aree della distribuzione, in particolare l'ospedaliera, ciascuna confezione verrà tracciata in maniera univoca. La parte pubblica si sta attrezzando perché possano essere tracciati i farmaci dati in distribuzione diretta. Ci sarà una gestione automatizzata del magazzino: oltre alla tracciatura quindi ci sarà anche maggior controllo del rischio rispetto a furti e danni ai farmaci quindi grosso vantaggio. Bisognerà a livello ospedaliero registrare tutto quello che entra come singola scatola e scaricarlo singolarmente con inventario magazzino in tempo reale».
Attilia Burke