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dic102015

Farmaci oncologici, il prezzo varia di oltre il 300% in Australia, Europa e Nuova Zelanda

Farmaci oncologici, il prezzo varia di oltre il 300% in Australia, Europa e Nuova Zelanda
In Europa, Australia e Nuova Zelanda il prezzo dei nuovi farmaci anticancro varia dal 28 al 388%, secondo uno studio pubblicato su The Lancet Oncology. Nel complesso, il Regno Unito e i paesi mediterranei come Grecia, Spagna e Portogallo pagano meno di tutti un gruppo di 31 nuovi prodotti contro il cancro sotto brevetto, mentre i prezzi più alti sono in Svezia, Svizzera e Germania. Le differenze maggiori sono per la gemcitabina, usata per trattare tumori a mammella, polmone, pancreas e ovaio: in Nuova Zelanda il farmaco costa 209 euro a fiala e solo 43 in Australia.

L'acido zoledronico, invece, che previene le complicanze ossee nel cancro avanzato, costa 330 euro a fiala in Nuova Zelanda e 128 in Grecia. Un altro esempio è l'interferone alfa-2b usato nel melanoma e leucemia: «In questo caso i contribuenti tedeschi lo pagano il 223% in più rispetto ai greci» spiega Sabine Vogler del Collaborating Centre for Pharmaceutical Pricing and Reimbursement Policies dell'Organizzazione mondiale della sanità a Vienna, Austria. E prosegue: «Per gefitinib, invece, somministrato nel cancro polmonare non a piccole cellule, il prezzo in Germania è del 172% superiore a quello in Nuova Zelanda». Per arrivare a questi numeri Vogler e colleghi hanno esaminato i dati del servizio Pharma Price Information (Ppi) offerto dall'Istituto di sanità pubblica austriaco per 16 stati europei confrontandoli con i prezzi australiani e neozelandesi rilevati a giugno 2013 per 31 nuovi farmaci anticancro. «Di questi, nessuno era sotto i 10 euro» riprende la ricercatrice, precisando che 4 avevano invece un prezzo tra 250 e 500 euro, altri due erano tra 500 e 1.000 euro, sette avevano un costo superiore a 1.000 euro e uno, plerixafor per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche nel linfoma o mieloma multiplo, superava i 5.000 euro a fiala. «La differenza tra i prezzi dei diversi paesi variava dal 28 al 50% in un terzo dei farmaci campione, tra 50 e 100% nella metà e tra 100 e 200% per tre farmaci» concludono gli autori.

E Wim van Harten, del Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, scrive in un editoriale di commento: «Ci auguriamo che a fronte di questi dati la politica si impegni a garantire una maggiore trasparenza dei prezzi dei farmaci oncologici in modo che l'accesso alle terapie non dipenda dal luogo dove vive l'ammalato. La sfida è di coniugare lo sviluppo e la disponibilità di nuovi farmaci con la sostenibilità del sistema, e per vincerla non solo i politici, ma tutti gli attori della società civile devono essere d'accordo».
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