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Politica e Sanità

25 Maggio 2016

Equivalenza terapeutica, Garattini: Aifa va nella giusta direzione. Possibile rivoluzione


La determina Aifa del 31 marzo scorso sull'Equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti differenti principi attivi che ha suscitato nei giorni scorsi l'allarme del Segretario nazionale della Fimmg Giacomo Milillo, secondo cui il provvedimento metterebbe a rischio la rimborsabilità di circa 1.500 prodotti, secondo Silvio Garattini, direttore dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri va nella direzione giusta e potrebbe rappresentare «una rivoluzione».

Secondo il farmacologo, infatti, «le Regioni fanno le gare per gli ospedali e hanno tutto il diritto di scegliere il prodotto che costa di meno». Quanto al problema dell'equivalenza per Garattini «non si fanno molti studi comparativi e per la maggior parte sono di non inferiorità; è dunque molto difficile stabilire se un farmaco è migliore dell'altro. La legge europea non impone confronti e questo è fondamentale da chiarire: richiede soltanto tre caratteristiche: qualità, efficacia e sicurezza. Si tratta di molecole differenti ma della stessa classe, cioè hanno lo stesso meccanismo d'azione; allora se una ditta è convinta che il suo prodotto sia migliore degli altri deve dimostrarlo, altrimenti, in assenza di studi, bisogna assumere che siano sovrapponibili».

Allarme eccessivo perciò? Ne è convinto anche il presidente di Sifact (Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia) Andrea Messori che ne fa una questione di numeri sottolineando come «i giudizi di equivalenza che Aifa ha rilasciato sono stati pochissimi e non tutti positivi». Il dato numerico di 1.500 prodotti a rischio rimborsabilità sarebbe eccessivo visto che, spiega Messori «al massimo, saranno coinvolti 10-15 principi attivi».

Ettore Saffi Giustini, responsabile area farmaco della Simg, dal canto suo, pone il problema di come e chi debba stabilire l'equivalenza all'interno di classi omogenee di farmaci: «Sono stati istituiti gruppi di lavoro? Allo stato attuale questo non si sa. E, se ci saranno, chi ne farà parte, farmacologi clinici, medici prescrittori ospedalieri e di medicina generale? Occorre giungere a decisioni condivise ed esplicitare le motivazioni che portano alla scelta dei farmaci equivalenti, con precisazioni relative alle indicazioni cliniche e ai dosaggi per i quali l'equivalenza è stata definita».

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