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Politica e Sanità

12 Ottobre 2018

Farmacia dei servizi, le esperienze sul territorio raccontate dai protagonisti


Cefalee, diabete, asma, Bpco, erogazione Ecm e vaccini, interpretati in chiave di screening, formazione, prevenzione, aderenza terapeutica, profilazione del paziente sono alcuni esempi di come la legge che ha individuato i nuovi servizi erogati dalle farmacie nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, sia stata recepita e declinata dal territorio. Lo hanno testimoniato le numerose esperienze a diversi stadi di avanzamento presentate, dai rispettivi protagonisti nel corso di una sessione dedicata alla Farmacia dei servizi, durante Farmacistapiù il convegno dei farmacisti in corso a Roma.

Il Piemonte è tra le realtà territoriali che ha iniziato quasi subito, dal 2012, con progetti, come la Farmacia di comunità, per implementare la farmacia dei servizi, a raccontare il percorso fatto è Paola Brusa, docente del dipartimento di scienza e tecnologia del farmaco dell'Università di Torino: «Grazie al lavoro di più comitati scientifici, abbiamo elaborato un modello che ci garantisce risultati spendibili con il decisore pubblico. Il modello prevede la messa a punto di protocolli sia per la prevenzione primaria sia secondaria, questa comunemente definita aderenza alla terapia. Gli step ineludibili sono la formazione del farmacista, l'elaborazione di questionari da somministrare ai soggetti o ai pazienti arruolati, la loro somministrazione e differenti schemi di follow up a seconda della patologia oggetto dello studio. Infine, la valutazione dei risultati e condivisione con il decisore pubblico». Numerosi progetti portati avanti con questo modello a oggi tre delle patologie su cui sono incorso progetti, diabete, Bpco, asma hanno avuto un finanziamento ministeriale, l'ipertensione arteriosa ha avuto un finanziamento da un'azienda; Bpco ha avuto anche un contributo da azienda.

Testimonianze anche dalla Lombardia, dove la riforma sanitaria con la presa in carico delle cronicità ha coinvolto in parte le farmacie, ma «molto si può ancora fare» ha affermato Gianni Petrosillo presidente di Federfarma Bergamo che si è localmente attivato con l'azienda sanitaria locale: «Abbiamo manifestato la disponibilità delle farmacie bergamasche a collaborare nella gestione del paziente cronico e sottoscritto un contratto di avvalimento con Asst Bergamo Est e stipulato un contratto di rete con Fondazione Sant'andrea onlus di Clusone (Bg; da ora, Fsa), riconosciuto tra i soggetti idonei per il ruolo di gestore. Siamo alla fase in cui le farmacie sono state invitate a fornire informazione al cittadino della possibilità di essere arruolate dal gestore. Le eventuali adesioni vengono raccolte e trasmesse al Gestore tramite la società di Servizi Federfarma Bergamo Servizi srl. Percorso simile nella vicina Lecco, dove dove le farmacie, ha riportato Andrea Berguti presidente provinciale di Federfarma, «ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con ATS che recepisce la disponibilità delle farmacie alla partecipazione concreta al nuovo processo di presa in carico dei pazienti cronici. Nell'Allegato al Protocollo vengono elencati i servizi: interfaccia tra paziente, MMG, Gestori; ADI (consegna farmaci e presidi, supporto al paziente, monitoraggio compiace, anche a domicilio); telemedicina; test diagnostici (D.M. 16/12/2010); verifica aderenza alla terapia; farmacovigilanza; programmi di prevenzione e screening; educazione sanitaria».

Implementato anche a Pisa un progetto di Pharmaceutical Care svolto in collaborazione fra i docenti di farmacologia del Dip. di Farmacia dell'Università di Pisa Vincenzo Calderone e Alma Martelli e l'Ordine dei Farmacisti della provincia di Pisa. Il progetto, hanno spiegato i relatori, «consisteva nell'individuazione da parte dei farmacisti di pazienti diabetici di tipo II che si recavano abitualmente presso le loro farmacie, ai quali somministrare un questionario elaborato dai suddetti docenti. Il questionario, intitolato "Gestiamo insieme il Diabete!" era molto semplice ed immediato, e articolato in varie sezioni che riguardavano l'anagrafica del paziente, la sua patologia ed infine la terapia seguita, con particolare attenzione all'aderenza terapeutica. Il progetto di Pharmaceuical Care mirava infatti, a fornire al farmacista l'individuazione dei punti e dei soggetti «deboli» nella gestione della patologia diabetica. Dalla mole di dati, molto ampia e dettagliata, è stato possibile tracciare un "identikit" del paziente-aderente e del paziente-non-aderente alla terapia e i risultati, sorprendenti, hanno mostrato che il paziente non aderente alla farmacia è donna con più di 65 anni casalinga, obesa. Grazie ai dati emersi, il farmacista potrà quindi concentrare i propri sforzi, per incrementare l'aderenza terapeutica dei pazienti, principalmente verso questa categoria di signore che inaspettatamente, si sono mostrate più «indisciplinate» dei pazienti maschi».

Tra le esperienze presentate anche quella di fornire formazione a chi deve occuparsi di servizi in farmacia, iniziativa portata avanti dall'Ordine dei farmacisti di Pesaro e Urbino che è riconosciuto come provider Ecm con un organigramma e composizione del Comitato Scientifico, ha spiegato Romeo Salvi Presidente dell'Ordine dei farmacisti «rappresentativo di tutte le professioni sanitarie destinatarie della formazione, quindi medici, farmacisti, infermieri, fisioterapisti e dietisti. E organizza corsi di aggiornamento per tutte le categorie su vaccini, farmacovigilanza e diabete. Le ricadute sul territorio si sono riscontrate in un significativo aumento in percentuale della farmacovigilanza nella provincia di Pesaro e Urbino».

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