Sanità

mar182015

Farmacie rurali, Sunifar: porte aperte a universitari per formazione sul campo

Farmacie rurali, Sunifar: porte aperte a universitari per formazione sul campo
In un contesto in cui la necessità di un servizio farmaceutico capillari e l'importanza di un sistema in grado di sostenere la ruralità sono principi ribaditi da politica e istituzioni e dove lo sforzo è di valorizzare e rafforzare sempre di più l'aspetto sociosanitario, le farmacie rurali aprono le porte, ufficialmente, agli studenti delle università «per acquisire un'esperienza costruttiva, sul campo, di cosa significa essere farmacisti in piccoli centri abitati e dell'assistenza e presa in carico a tutto tondo che viene offerta ai pazienti». A fare il punto Alfredo Orlandi e Luigi Sauro, rispettivamente presidente e vicepresidente Sunifar: «Nel giro di quattro giorni sono arrivati alle farmacie rurali due importanti riconoscimenti» spiega Orlandi, «una da Federico Gelli (ndr: responsabile Sanità del Pd e componente della commissione Affari sociali della Camera), durante il convegno organizzato a Tirrenia da Asis (Associazione studi sull'industria della salute) che ha sottolineato come la ruralità, in grado di garantire la capillarità al servizio, sia una ricchezza da tutelare e valorizzare e una necessità per il paese, e l'altra dalle conclusioni dell'avvocato generale Niels Wahl presentate in vista del giudizio della Corte di giustizia europea - a cui il Tar Sicilia, dopo Lombardia, Calabria, Puglia, aveva chiesto di pronunciarsi sulla compatibilità tra diritto comunitario e norme italiane sulla vendita dei farmaci di fascia C - che hanno ribadito ancora una volta il valore del sistema per la tutela della salute». Riconoscimenti che «derivano dalla constatazione oggettiva di quello che le farmacie rurali rappresentano per la popolazione: un servizio assistenziale a tutto tondo, un reale punto di riferimento di salute e di prevenzione, un nodo di servizi ai cittadini, antesignano rispetto alla legge sui servizi, ai concetti di sanità del territorio, di pharmaceutical care». E che segnano la strada per il futuro: «affermare, valorizzare e far riconoscere sempre più, tra decisori e istituzioni, la farmacia come un presidio sociosanitario». Ed è proprio in nome di questo ruolo che, aggiunge Sauro, «guardiamo anche alle giovani generazioni, agli studenti delle università. Abbiamo deciso di aprire e mettere a disposizione le nostre farmacie per una formazione sul campo, in modo che i giovani possano capire che cosa rappresenta la farmacia rurale per il suo territorio, nei piccoli centri, e soprattutto acquisire una preziosa serie di competenze di carattere pratico». Una iniziativa «nata al momento con le università presenti al convegno di Tirrenia, per ora una decina, ma che ha già raccolto l'interesse da altre università». E sul futuro, su cui incombe anche il Ddl concorrenza, «certamente i timori ci sono» continua Orlandi. «Si tratta ancora di una norma cruda, che andrà per così dire vestita, con il confronto con le parti, e calata anche nella realtà e nella cultura del nostro paese, che ha un sistema normativo e culturale che tutela le persone. Per quanto ci riguarda rimarremo vigili e propositivi, anche in difesa di un sistema universalistico».

Francesca Giani

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