nov212020
FarmacistaPiù, Cossolo: vaccini e tamponi in farmacia, passare dalle parole ai fatti
Il presidente di Federfarma Marco Cossolo a FarmacistaPiù: dobbiamo fare il passo successivo e consentire alle farmacie di partecipare direttamente alla campagna vaccinale contro l'influenza seguendo tutti i protocolli di sicurezza
«La Legge 405 del 2001 diede una configurazione normativa alla distribuzione diretta che però era un fenomeno già esistente sul territorio. I fatti superano le norme e lo stesso sta succedendo ora, come dimostra l'accordo raggiunto dall'Emilia-Romagna con la Federfarma regionale per l'effettuazione dei test sierologici rapidi in farmacia. Ora dobbiamo fare il passo successivo, ovvero consentire alle farmacie di partecipare direttamente alla campagna vaccinale contro l'influenza, ovviamente seguendo tutti i dovuti protocolli di sicurezza. Basterebbero due righe di una norma per consentirlo, oltretutto sarebbe una esperienza utile alle farmacie in vista della vaccinazione anti Covid, che si prevede coinvolgerà decine di milioni di persone». Partecipando al dibattito di apertura della sessione del sabato di
FarmacistaPiù, inaugurata dall'intervento del ministro Speranza, il presidente di Federfarma
Marco Cossolo va subito al punto: bisogna dare in tempi brevi una regolamentazione nazionale a prestazioni tranquillamente eseguibili in farmacia, anche per evitare «fughe in avanti» a livello locale. «Un altro esempio, la Regione Veneto sta avviando una sperimentazione con i tamponi rapidi in autosomministrazione, distribuiti attraverso la rete delle farmacie. Anche qui il ruolo del farmacista a supporto del cittadino può essere molto importante, ma va regolamentato. È in discussione in Parlamento il "decreto Calabria", perché non inseriamo degli emendamenti su questi temi?».
Altro tema all'ordine del giorno, la redditività della farmacia: «La spesa farmaceutica convenzionata è destinata a ridursi ulteriormente: qualche decennio fa era l'80% della totale, oggi siamo al 40% ma si arriverà presto al 30%. Qui non è questione di tetti di spesa ma della necessità, giusta, di liberare risorse per i farmaci più innovativi, ultimi arrivati quelli genici. Per tali medicinali si prevede una spesa sui due miliardi di euro, che da qualche parte devono saltare fuori». Come rendere sostenibile il sistema farmacia con tutto questo? Secondo Cossolo è vano sperare che certi farmaci passino dalla distribuzione diretta alla convenzionata, in quanto le Regioni, attraverso le gare che bandiscono, su questi farmaci spuntano prezzi estremamente convenienti a cui non vogliono rinunciare. Non cambierebbe molto neanche nel caso tutta la distribuzione diretta passasse in Dpc. Occorre quindi una nuova remunerazione che parta dal principio che «i farmaci che non debbono essere somministrati necessariamente in ospedale passino, magari dopo una prima somministrazione in ambito ospedaliero, dalle farmacie». Infine, la farmacia dei servizi: Federfarma nazionale sta dando e darà sempre un supporto alle associazioni regionali ma è da loro che dovrà arrivare l'iniziativa più forte per avviare i servizi sul territorio. In generale, conclude Cossolo, se non si mette mano a queste riforme in tempi brevi, «numerosi titolari venderanno le loro farmacie e tra cinque anni avremo di fronte un assetto del nostro sistema ben diverso da quello attuale».
Farmacisti ospedalieri: la difficile gestione dell'emergenza
«Fin dalle prime fasi della pandemia i farmacisti ospedalieri sono stati inseriti nelle unità di crisi aziendali, formate da team multidisciplinari incaricati di affrontare a livello diagnostico e organizzativo la difficile gestione dell'emergenza sanitaria». Lo ricorda il presidente della Sifo
Arturo Cavaliere, che mette poi in evidenza come la Società abbia trasmesso tempestivamente linee guida sulle buone pratiche di preparazione che sono state funzionali per i farmacisti ospedalieri in galenica clinica per tutti gli allestimenti magistrali o gel disinfettanti che erano carenti in un primo momento sul territorio nazionale. Siamo riusciti così ad assicurare efficacia e sicurezza a quelle formulazioni anche per quei pazienti che erano ricoverati nelle nostre strutture. L'attività di galenica non si è fermata nemmeno per quanto riguarda i farmaci antiblastici, per assicurare la continuità di cura a tutti i malati». Un cenno poi al futuro prossimo, rappresentato dalla somministrazione dei vaccini anti Covid, cui i farmacisti ospedaliero dovranno dare un contributo fondamentale. Ma già ora essi rivestono un ruolo cruciale nella diffusione delle terapie più personalizzate, comprese quelle denominate agnostiche: «È nato un nuovo paradigma per cui la firma genomica del tumore sostituirà l'istologia nel guidare la scelta del farmaco. In questo caso, come accade nelle Car-T, il farmacista ospedaliero è attivo all'interno di un team multidisciplinare».
Giuseppe Tandoi