feb132014
FarmacistaPiù, Giaccone (Fofi): non c’è futuro senza farmacoeconomia
«È una cosa importante che si pensi a un momento squisitamente professionale» dice Mario Giaccone (foto), presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Fofi, a proposito di FarmacistaPiù, «senza nulla togliere ai contesti in cui le sollecitazioni commerciali predominano, questa fiera si presenta come un’occasione preziosa per affrontare le difficoltà in cui versa il settore, proponendo soluzioni basate sulle competenze professionali.». Difficoltà economiche e di ridefinizione di un ruolo, alle quali si cercheranno risposte anche nel confronto con esperienze di altri paesi europei, ma non solo. Quale sarà il cardine che apre la porta al futuro? «La farmacoeconomia secondo me» continua Giaccone «sarà il tema centrale dei prossimi anni e dei farmacisti futuri, per almeno due motivi. Da un lato, e già lo vediamo con l’affluenza a certi master, le competenze gestionali servono a tutti i farmacisti e dovranno essere inserite quanto prima nei percorsi di laurea. In secondo luogo, per continuare a dialogare con le istituzioni la farmacia dovrà necessariamente affidarsi a esperti esterni, (universitari, epidemiologi, farmacoeconomisti) capaci di misurare la redditività dell’impatto quotidiano del farmacista all’interno del Servizio sanitario nazionale. Se è inevitabile, infatti, che il Ssn sia concentrato sul contenimento della spesa, dovrà apparire altrettanto ovvio che il farmacista sul territorio, favorendo attivamente la prevenzione delle malattie croniche e l’aderenza alle terapie farmacologiche, e migliorando quindi la qualità e le aspettative di vita del cittadino, è parte attiva del contenimento di questa spesa in maniera rilevante. In questa chiave nuovi servizi, come il pre-screening o il Mur, potranno essere adeguatamente retribuiti, perchè visti come elementi capaci di produrre risparmio».
Elisabetta Lucchesini