ott42019
FarmacistaPiù, Tobia: "Nuova Convenzione e riforma remunerazione per il rilancio della farmacia"
"Se continua la tendenza in atto da alcuni anni entro il 2024 il sistema farmacia italiano perderà altri tre miliardi di euro. Un calo da ricondurre, essenzialmente, alla distribuzione diretta e per conto, alla genericazione, ai tagli al prontuario ipotizzati recentemente a livello politico". È l'allarme lanciato, a FarmacistaPiù, dal segretario di Federfarma nazionale
Roberto Tobia. La legislazione che ha interessato la farmacia negli ultimi vent'anni - a partire dalle prime liberalizzazioni degli anni Novanta, per passare dalla Legge 405/2001 fino al Ddl Concorrenza del 2017 - non ha certo giovato alla sua tenuta economica, sottolinea Tobia.
Invertire la rotta è possibile solo passando attraverso due passaggi fondamentali: il rinnovo della Convenzione, scaduta da vent'anni, e la riforma della remunerazione, punti cardine dell'azione della attuale dirigenza del sindacato titolari. "Il lavoro per il rinnovo della Convenzione è ripreso nel 2018 e ora è in fase di completamento il confronto tecnico tra proposta Sisac e controproposta Federfarma-Assofarm. Molti nodi sono stati sciolti e si è in attesa di un prossimo confronto sui temi di carattere politico. Per quanto invece riguarda la Remunerazione era tutto fermo al 2012, quando un accordo tra Aifa e filiera è stato bocciato da ministero della Salute e Mef. Stiamo lavorando anche su questo fronte". Quella che è certa è la progressiva diminuzione della spesa farmaceutica convenzionata, che dal 2015 ha fatto segnare un -2% a volumi e un -6% a valori. La nuova remunerazione, in questa ottica, non può che articolarsi su "una parte fissa e una variabile, al fine di stabilizzare il margine rispetto alla futura riduzione del prezzo dei farmaci; sul mantenimento delle agevolazioni per rurali e disagiate; sul mantenimento degli incentivi sui generici". Secondo stime Iqvia il ricorso a una remunerazione mista fissa-variabile comporterebbe minori perdite per le farmacie, nella misura del 9% invece che del 22% nei prossimi anni.
Infine una frecciata verso le associazioni regionali che hanno diffidato la dirigenza nazionale a proporre riforme della remunerazione non concordate: "Federfarma nazionale lavora per tutte le farmacie, da Varese a Lampedusa, con uno spirito di collaborazione e condivisione".