giu82016
Farmaco sperimentale per prevenzione dell'emicrania cronica: risultati promettenti
Si chiama in Tev-48125 il nuovo farmaco per la prevenzione dell'emicrania cronica la cui somministrazione si associa a una riduzione significativa delle ore di cefalea da 3 a 7 giorni dopo la prima iniezione. Ecco le conclusioni di uno studio pubblicato su Neurology, primo autore
Marcelo Bigal di Teva Pharmaceuticals, l'azienda che ha sviluppato il composto. «L'emicrania cronica viene definita come la comparsa di episodi di cefalea che si verificano almeno 15 giorni al mese» esordisce il ricercatore, spiegando che la malattia colpisce circa l'1% degli adulti, ma di questi meno del 5% riceve una diagnosi corretta e un trattamento adeguato. TEV-48125 è un anticorpo monoclonale completamente umanizzato che si lega in modo potente e selettivo al CGRP, il peptide correlato al gene della calcitonina, prevenendone il legame con i recettori. «Somministrato per via sottocutanea ogni 28 giorni risulta efficace e ben tollerato nel trattamento preventivo dell'emicrania cronica» scrivono i ricercatori che hanno reclutato 261 persone con emicrania cronica da oltre 15 anni e una media di 162 ore di mal di testa al mese. Di questi soggetti, 89 sono stati assegnati in modo randomizzato a ricevere placebo, 88 al trattamento con 675/225 mg di Tev-48125, e 87 alla somministrazione di 900 mg di Tev-48125.
«Dopo una settimana di trattamento la presenza di cefalea si è ridotta di 2,9 ore in chi assumeva placebo, di 9,1 ore nel gruppo in trattamento con basse dosi di farmaco e di 11,4 ore con la dose più alta» scrivono i ricercatori, precisando che gli eventi avversi più comuni sono stati un lieve dolore nel sito di iniezione e prurito, in assenza di gravi eventi avversi correlati al trattamento. «La somministrazione del farmaco, che usa per la prima volta il CGRP come target terapeutico nell'emicrania cronica, si associa a considerevoli miglioramenti clinici fin dal primo mese dall'inizio del trattamento, cosa estremamente importante in quanto l'assenza di un effetto percepito è spesso associata a una prematura sospensione dell'assunzione di farmaci preventivi» conclude Bigal.