apr172015
Federfarma Roma, presidenza a Vittorio Contarina: «Ora basta steccati all'interno della categoria»
Saranno i farmacisti a indicare le priorità del sindacato, in un'assemblea che verrà convocata a breve, perché un obiettivo fondamentale alla base del programma di Reset Assiprofar, che ha piazzato tutti i suoi componenti, è «riportare i poteri decisionali dal presidente alla base». Un approccio che verrà proposto anche al livello nazionale, dove si vuole rivendicare un maggior peso e spingere verso un rafforzamento del confronto democratico, della partecipazione e della trasparenza delle attività sindacali. Saranno questi i primi passi del nuovo consiglio direttivo di Federfarma Roma, che si è riunito per eleggere le cariche apicali, con la conferma di Andrea Cicconetti come segretario e Giuseppe Califano, come vicepresidente rurale, e con Osvaldo Moltedo, vicepresidente urbano, Nicola Strampelli alla tesoreria, e come neo presidente Vittorio Contarina (foto) dal quale arrivano i primi commenti: «Da solo non faccio niente» cerca di spiegare quella che definisce una «rivoluzione copernicana»: «come presidente sono portavoce dell'assemblea sovrana, luogo da cui scaturiscono la linea e le azioni del sindacato. La convocheremo a breve perché saranno direttamente i farmacisti a dettare le priorità». È una nuova visione del sindacato quella che, secondo Contarina, si è affermata proprio con le elezioni: «È finito il tempo di frasi come "tanto non contiamo, decidono tutto loro" oppure "ormai": non è solo una questione di aprire al contributo dei colleghi, ma di rompere quei muri che ci sono, a tutti i livelli, dal locale al nazionale, tra i vertici e la base, secondo una visione di sindacalismo che andava forse bene negli anni Settanta, ma che ora non è in grado di rispondere ai cambiamenti». Insomma, «coinvolgimento e trasparenza: il contributo di tutti è indispensabile e tutti devono sapere che cosa il sindacato sta facendo». Per questo, come si legge nel programma, l'idea è anche quella di mettere online e rendere liberamente consultabili spesometro, resoconto delle riunioni, bilanci, nota integrativa e statuto, e di prevedere uno spazio web per le proposte e referendum online. E non a caso tra le prime iniziative c'è anche quella di rivedere lo statuto, perché «rifletta questa impostazione più partecipativa e rappresentativa del sindacato» e preveda «un limite ai mandati dei presidenti. Basti questo: sono nato quando il presidente uscente, Franco Caprino, è stato eletto per la prima volta». Ma nel programma che ha animato la lista Reset Assiprofar c'è anche il coinvolgimento dei cittadini: «Siamo dalla stessa parte e condividiamo i medesimi obiettivi per il nostro Ssn. È fondamentale costruire un'alleanza». Già una prova generale c'è stata in occasione della stesura del Ddl concorrenza: «In quattro giorni, 200 farmacie di Roma sono riuscite a raccogliere 40mila firme dei cittadini contro la fuoriuscita della fascia C dal canale, portate poi al ministro della Salute Beatrice Lorenzin». E adesso «vorremmo fare una rivista di categoria per i cittadini, con i consigli che quotidianamente dispensiamo al banco e soprattutto con uno spazio in cui veicoliamo le nostre posizioni, dalla necessità della capillarità, alla fascia C, ai poteri forti esterni alla farmacia che rappresentano il reale pericolo per il sistema. Se arriviamo direttamente alla popolazione ci rafforziamo anche politicamente». Resta da capire come si è riusciti a risvegliare tra i farmacisti una tale attenzione al voto, in un momento di forte astensionismo in primo luogo verso le elezioni politiche e amministrative del nostro Paese: «Partendo dall'unità, organizzando battaglie ed eventi, anche conviviali, come occasione per stare e lavorare insieme». Ora, per quanto riguarda le cariche regionali «da statuto sono espressione del consiglio direttivo di Roma» e per la tempistica «nessuna fretta, i tempi tecnici». Mentre a livello nazionale, «per poter dire finalmente la nostra nelle decisioni davvero importanti per la nostra categoria, è necessario che Federfarma Roma sia nuovamente rappresentata e riacquisti il peso che merita» dice il programma e, aggiunge Maurizio Bisozzi, componente con esperienza e da quattro mandati consigliere dell'Ordine di Roma, «è nostra intenzione fare un'opposizione costruttiva dall'interno, senza esacerbare i rapporti, ma cercando di avviare un dialogo democratico e civile. Questo non significa appiattirsi sulle posizioni altrui né tanto meno essere pedine dei vertici: porteremo le nostre idee e ci confronteremo in maniera propositiva con il comitato centrale». Ma al di là dell'azione più politica «speriamo, con la scossa che siamo riusciti a dare qui, di avere lanciato un seme e acceso una scintilla per avviare un rinnovamento nella impostazione e nella visione del sindacato nazionale, rompendo quegli steccati che ci sono a tutti i livelli», proprio nella direzione dei principi alla base del programma, «partecipazione, unità, trasparenza».
Francesca Giani