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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Il farmaco in rete è spesso da abuso


Più che agevolare l’accesso ai medicinali, i siti Internet agevolano l’acquisto senza prescrizione di farmaci sottoposti a controllo. Un’amara lezione dagli Stati Uniti

Una gran parte dei 365 siti  Internet che vendono o pubblicizzano medicinali da prescrizione, di fatto permette l’acquisto anche senza la prescrizione. E questo vale soprattutto per i farmaci sottoposti a controllo, quali analgesici oppiacei e psicofarmaci. Ne ha dato notizia, con grande rilievo il New York Times la scorsa settimana, riprendendo l’ultimo rapporto del National Center on Addiction and Substance Abuse (CASA), che è basato Columbia University di New York. I farmaci più spesso oggetto di queste transazioni sono l’ossicodone cloridrato a rilascio prolungato (OxyContin), il metadone e l’idrocodone  che sono tra gli antidolorifici più potenti in commercio, ma sono ben rappresentate anche benzodiazepine come alprazolam e diazepam nonch� sostanze classificate come eccitanti quali il metilfenidato (Ritalin).

In realtà come spiega al quotidiano statunitense Joseph A. Califano Jr, direttore del National Center on Addiction and Substance Abuse alla Columbia University, gli sforzi delle istituzioni per tenere a bada il  fenomeno hanno prodotto qualche risultato e hanno  ridotto il numero di siti che offrono farmaci passibili di abuso, basti pensare che l’anno scorso si arrivava a 581 siti del genere. Ma la situazione evidentemente non è risolta e chiunque a qualunque età può ottenere questi principi attivi solo con un click del mouse. La Drug Enforcement Administration, cioè l’antidroga,  calcola che  il 95% delle vendite di farmaci online riguardi sostanze sottoposte a controllo, mentre solo l’11% delle vendite in farmacia riguarda questi prodotti. E’ evidente che l’abuso è dietro l’angolo ed è, non a caso, esploso tra gli studenti di college. Il risultato è che la combinazione di oppioidi e ansiolitici  è responsabile di una percentuale crescente di overdose mortali negli Stati Uniti. Il problema è che siti di questo genere possono aprire per una settimana, chiudere e riaprire sotto nuovo nome. E si inventano sempre stratagemmi nuovi: esistono siti per esempio, che vendono prescrizioni scritte da utilizzare in farmacia.
Utilizzando un motore di ricerca come Google, rivela l’articolo, si rintracciano 365 siti che trattano i farmaci sottoposti a controllo, di questi 206 sono commerciali e indirizzano il consumatore a un sistema di vendita. Di tutti questi siti, solo due sono riconducibili a farmacie autorizzate.  Dei 159 che fanno vendita diretta, l’85% non richiede una prescrizione: spesso basta compilare un questionario online e in alcuni casi (l’11%) nemmeno si fa menzione della necessità di una ricetta. Gli esiti dell’indagine sono visibili online sul sito www.casacolumbia.org .

Nel frattempo si mira a rendere la legislazione più restrittiva, e si cerca di mettere a punto, con le società emettitrici carte di credito e con gli specialisti di pagamenti online, un sistema per controllare le transazioni che. Esiste già un sistema chiamato Pharmacy Checker che dovrebbe fare da garanzia, ma, osservano gli esperti, è pieno di falle. Califano ha anche intimato maggiori controlli ai motori di ricerca che “lucrano su simili transazioni”. I motori di ricerca sdegnati si dichiarano innocenti e promettono controlli sempre più efficaci.

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