mag312021
Giornata senza tabacco, Iss: con pandemia fumatori in aumento. E-cig e nuovi prodotti ostacolano cessazione
Con la pandemia in Italia c'è stato un aumento dei fumatori: dopo un calo ad aprile 2020 rispetto a prima del lockdown, a maggio 2021 c'è stato un aumento della prevalenza rispetto a novembre 2020
Con la pandemia Covid-19 in Italia si è registrato un aumento dei fumatori: dopo un calo ad aprile 2020 rispetto a gennaio dello stesso anno, cioè prima del lockdown, a maggio 2021 c'è stato un aumento della prevalenza rispetto a novembre 2020, passata dal 24 al 26,2% (circa 11,3 milioni) cioè 1,2 milioni di fumatori in più. I dati sono quelli di un nuovo studio longitudinale dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con l'Istituto farmacologico Mario Negri, presentato oggi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco da cui escono male i nuovi prodotti del tabacco e le e-cig, che sembrano fare più danno che altro: «Un ruolo chiave nell'aumento dei fumatori - commenta
Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell'Iss - lo hanno avuto i nuovi prodotti del tabacco (sigarette a tabacco riscaldato, Htp) e le e-cig. Infatti, il loro uso in Italia contribuisce alla iniziazione e alla ricaduta del consumo di sigarette tradizionali e ne ostacola la cessazione, alimentando l'epidemia tabagica».
Iniziazione al fumo, ricadute e cessazione: nessun aiuto da e-cig e tabacco riscaldato
Per lo studio, sono state realizzate 3 survey su un campione (3.000) di 18-74 anni rappresentativo della popolazione italiana nei seguenti tempi: gennaio 2020 (pre lockdown), aprile 2020 (pieno lockdown), novembre 2020 (parziale lockdown), maggio 2021 (parziali riaperture).
Rispetto all'
iniziazione, lo studio rileva che a novembre 2020 il 4,7% dei "mai fumatori di sigarette tradizionali" ad aprile 2020, cioè durante il lockdown più stringente, è diventato fumatore. Infatti, mentre il 2,1% di chi non ha mai usato le e-cig è diventato fumatore di sigarette tradizionali, ben 10 volte di più, il 19,6% di chi è un utilizzatore di e-cig, è diventato anche fumatore. Similmente, mentre il 3,2% di chi non ha mai usato Htp è diventato fumatore, il 19,3% di chi è utilizzatore di Htp è diventato anche fumatore di sigarette tradizionali.
Rispetto alle
ricadute, si evidenzia che il 17,2% di chi era un ex fumatore di sigarette tradizionali ad aprile durante il lockdown duro, a novembre è tornato a consumare sigarette tradizionali. Anche in questo caso hanno giocato un ruolo importante come fattore di rischio il consumo di sigarette a tabacco riscaldato e di e-cig. Infatti, mentre il 7,7% di chi non ha mai usato e-cig è tornato a fumare, ben il 39,1% di chi è un consumatore di e-cig è ricaduto nel consumo di sigarette tradizionali.
Similmente, mentre l'11,2% di chi non ha mai usato Htp è tornato a fumare, il 58,3% di chi usa Htp è tornato anche a
consumare sigarette tradizionali. Rispetto alla cessazione, l'indagine rileva che a novembre il 14,6% dei fumatori di sigarette tradizionali, ad aprile, durante il lockdown duro, sono riusciti a cessare e diventare ex fumatori. Anche in questo caso l'uso dei prodotti di nuova generazione come Htp e e-cig ha giocato un ruolo negativo sulla cessazione. Infatti, il 15,4% di chi non ha mai usato e-cig è riuscito a smettere di fumare, mentre soltanto il 6,7% di chi è utilizzatore di e-cig è riuscito in questo intento. Similmente il 15,5% di chi non ha mai usato Htp è riuscito a diventare ex fumatore, mentre nessuno di chi usa sigarette a tabacco riscaldato è riuscito a diventare ex fumatore.
Vendite tabacco riscaldato in forte crescita
Ancora un dato: la vendita di sigarette nel 2020 rispetto all'anno precedente è diminuita di 4,5 punti percentuali. Continua invece a crescere la vendita dei trinciati (più 6,8%). In forte crescita le vendite delle sigarette a tabacco riscaldato (+1.089% dal 2017, data di comparsa sul mercato). Aumentano anche le vendite di e-cig del 616% dal 2017. L'Iss ricorda infine il Telefono verde contro il fumo (800554088), anonimo e gratuito, che dall'inizio della sua attività (nel 2000) ha gestito circa 89.300 telefonate di cui 8.000 nell'ultimo anno di attività. I fumatori di sigarette 'tradizionali' rimangono i principali fruitori del servizio (94%) - ricorda l'Istituto - e aumentano i giovani che lo contattano. Il Telefono verde offre soluzioni secondo i diversi bisogni dell'utenza come l'invio presso i Centri antifumo (71%), materiali di self-help per smettere in autonomia (28%), percorso telefonico di cessazione (6%).