Sanità

apr282018

Giovani farmacisti: cronicità, standardizzazione servizi, criticità Ccnl sono sfide prioritarie

Giovani farmacisti: cronicità, standardizzazione servizi, criticità Ccnl sono sfide prioritarie
Per i giovani farmacisti la presa in carico del paziente cronico e una farmacia in grado di essere centro polispecialistico integrato nel Ssn e con le altre professioni sembra essere una delle direzioni di sviluppo del settore. E fondamentali, in questo quadro, diventano i concetti di rete e standardizzazione, una formazione in grado di dare valore al farmacista, la capacità di riuscire a portare l'ascolto, l'accoglienza, il consiglio anche nel processo di digitalizzazione e nelle nuove tecnologie, e anche il contratto di lavoro, che allo stato attuale presenta criticità su orari di lavoro, scarsa o nulla possibilità di carriera e scarsa valorizzazione di un impiego sanitario. Ma, in generale, quello che si percepisce è la fiducia nella professione e nella relazione di cura tra farmacista e paziente. Questi alcuni degli spunti che emergono dall'evento "Sguardi generazionali: il confronto come nuovo orizzonte. #Concretezza", organizzato da Fenagifar nella cornice di Cosmofarma, nel quale sono stati presentati i risultati del questionario che la Federazione ha sottoposto «ai giovani laureati in farmacia e agli studenti in farmacia e CTF(quest'ultimo oggetto di una prossima puntata, ndr)per sollecitare risposte su specifici temi della professione e capire come percepiscono il futuro e le sfide della professione» come ha spiegato il presidente Davide Petrosillo. «I risultati sono stati commentati con l'aiuto di Franco Falorni, docente in Economia Aziendale del Corso di laurea in Farmacia e consulente di Categoria, Arturo Saggese, commercialista di Punto Farma, e Roberto Pasqua, consulente e formatore di marketing e management. Obiettivo dell'indagine è stato quello di discutere e capire insieme quali siano le indicazioni di sviluppo che arrivano dai giovani in modo da fornire, con concretezza, un supporto valido a chi svolge già la professione ma necessita di crescita professionale, a chi è alle prime armi e a chi non ha ancora risolto il problema dell'occupazione. Ma anche quello di riconoscere e individuare insieme quali siano le nuove e migliori opportunità che il Sistema Sanitario italiano offre alla farmacia e, con questa e in questa, alla professione».

Non a caso, quello che è «emerso dai lavori sarà oggetto degli interventi e dei progetti che la Federazione svilupperà nei prossimi mesi, con oltre tutto la certezza di muoverci nella direzione indicata dai giovani colleghi». Tre le direttrici attorno cui si è sviluppato il sondaggio c'è stata Sostenibilità del mondo Farmacia; Farmacia e presa in carico; Farmacia & digitale. Per quanto riguarda il primo tema, come spiega Matteo Zerbinato, tesoriere di Fenagifar, «sempre più la farmacia dovrà essere in grado di dimostrare come possa e debba essere un punto di riferimento territoriale non solo per la gestione della salute del cittadino, ma anche come partner forte di un SSN che necessita di una forte razionalizzazione della spesa sanitaria. La Farmacia Italiana ha la capillarità, la competenza e la forza per costruire progetti strutturati per la realizzazione di questi obiettivi e le parole chiave saranno rete e standardizzazione». Da quanto emerge dai questionari, «è netta ed evidente la convinzione che la farmacia italiana potrà svolgere un ruolo chiave nel Ssn», anche grazie alla sua capacità progettuale, e, in questo, «la gestione del paziente cronico risulta essere il concetto maggiormente indicato dai colleghi». C'è comunque una «certa preoccupazione nei confronti di un potenziale stravolgimento del mercato con una deriva commerciale a causa della legge Concorrenza, anche se, per alcuni, questa è occasione di una elevazione professionale».

Interessanti anche gli spunti relativi alla criticità della farmacia: a emergere la difficoltà di «aggregazione e collaborazione sia all'interno della categoria sia con altre figure sanitarie». Mentre, per quanto riguarda la professione, «il problema maggiormente percepito riguarda la scarsa valorizzazione professionale del ruolo di farmacista come figura sanitaria (spesso visto solo come un dispensatore). Molti colleghi si sentono considerati dei semplici commessi (sia all'interno che all'esterno della farmacia)». E poi c'è il contratto, «con l'accento posto sugli orari di lavoro, sulla scarsa o nulla possibilità di carriera e sulla scarsa valorizzazione di un impiego sanitario. Evidenziata anche una criticità legata a un percorso universitario non al passo con i tempi». E tra gli spunti di riflessione proposti, in particolare in relazione alla «trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro dei farmacisti dipendenti, ci si chiede quali potrebbero essere gli aspetti chiave di questo rinnovo che possano portare ad un aumento della valorizzazione del professionista senza togliere sostenibilità alla farmacia. Quali strumenti si potrebbero attuare per ottenere una convergenza di intenti che mettano Farmacia e Farmacista realmente fianco a fianco per raggiungere obiettivi comuni?».

Altro tema oggetto di analisi è stata la farmacia dei servizi che, spiega Antonella Boldini, probiviro Fenagifar, «rappresenta il vero cambiamento. La farmacia dei servizi eÌ vista come un futuro presidio medico sul territorio - con la presa in carico del paziente cronico e l'aderenza alla terapia quali nuovi strumenti» - e come «possibile collegamento centrale sul territorio con altre figure professionali». Ma «la farmacia dei servizi potrà e dovrà essere un centro polispecialistico dinamico, interattivo e funzionale, con la possibilità di realizzare una medicina ad personam, incentrata sul paziente/cliente, un luogo ambulatoriale di rinomata assistenza specialistica e un polo di aggregazione di servizio e di consulenze». In questa ottica, «il farmacista stesso cambia ruolo» e «necessita di nuove competenze, quali una conoscenza delle malattie croniche, un migliore approccio al paziente, una maggiore capacitaÌ di ascolto e di consiglio» e la capacità di «rapportarsi sul territorio con le altre figure professionali». Da qui una serie di spunti di riflessione: «In questa ottica futura di farmacia polispecializzata e che eroga ampi servizi, come si può iniziare a costituirla senza l'aiuto della remunerazione del SSN, che attualmente sembra essere lontana e non riconosciuta? Che tipo di servizi possono essere immediatamente sostenibili dal punto di vista economico? Potrebbe essere una soluzione plausibile l'aggregazione di farmacie in reti?». Interessanti anche le riflessioni che arrivano in riferimento all'aspetto della digitalizzazione, che investe anche e-commerce e social network. «Analizzando i questionari ricevuti» spiega Carolina Carosio, vicepresidente della Federazione, «emergono due dati rilevanti: il primo sottintende, ancora una volta, la forte fiducia del settore nel futuro della professione. Un futuro in cui professionista e paziente sono al centro di ogni scelta e attenzione, con un riferimento chiaro alla presa in carico del paziente e alla conseguente aderenza della terapia. Il secondo riguarda la forte perplessità sui diversi aspetti che possono sfuggire al controllo del professionista stesso, con riferimento all'e-commerce e al mondo del web, quando questo snatura le competenze acquisite. Così, la tecnologia, in questo scenario, viene vista come un pericolo concreto per la tutela della salute pubblica. Se, da una parte, si ha consapevolezza del mutare dei tempi e dell'adeguamento dei sistemi tecnologici, dall'altra» emerge la necessità di una «difesa dello spazio fisico e territoriale del presidio sanitario, che si riflette in una non sostituibilità della figura umana e professionale nell'atto della dispensazione del farmaco. Dall'analisi compiuta sembra quindi centrale il ruolo naturale ed originale del professionista, che ha il dovere e la missione di confermarsi perno chiave del Ssn, insostituibile tassello di un sistema che si trasforma».


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