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Farmaci e dintorni

24 Aprile 2018

Gotta, nuovo trattamento riduce riassorbimento di acido urico


Il 50% dei medici di medicina generale e degli specialisti ritiene che la gotta sia dovuta principalmente allo stile di vita e che servirebbe più formazione per conoscere le linee guida sulla patologia, 7 cittadini 10 dicono di non avere mai parlato con il proprio medico dei livelli di acido urico, del loro monitoraggio e del rischio di gotta e solo 1 paziente su 2 dichiara di assumere terapia continuativa. Infine il 55% dei farmacisti afferma che la gotta non è conosciuta dai cittadini.

Questo il quadro che emerge da unasurveyrealizzata da Edra con il supporto di Grünenthal Italia, condotta sui medici di medicina generale e sugli specialisti (reumatologi, cardiologi, urologi, nefrologi, ortopedici, internisti e geriatri), su farmacisti e cittadini, per un totale di3.200 rispondenti, presentato oggi a Milano in una conferenza stampa.«Questi dati», commenta Leonardo Punzi,direttore della Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera dell'Università di Padova, «indicano la necessità di approfondire l'argomento per fare chiarezza e dare informazioni più puntuali su una patologia erroneamente considerata una malattia del passato. Per esempio, bisogna chiarire che lo stile di vita o la dieta equilibrata contribuiscono a una riduzione del solo 10% del valore totale di uricemia mentre è un modo per favorire l'assunzione di meno farmaci ed evitare fattori che comportano gli attacchi acuti. Più frequentemente, invece, le cause della malattia sono genetiche».

La gotta è un'artropatiainfiammatoria che ha come condizione predisponente l'iperuricemia (eccesso di acido urico nel sangue) e che «se non curata può avere conseguenze a livello articolare, cardiovascolare e renale», precisa Punzi. Tuttavia, come segnalato daGerardo Medea, Medico di medicina generale «il 60-70% dei pazienti che ne soffre dopo circa sei mesi tende a sospendere la terapia nel momento in cui gli attacchi scompaiono. I motivi dell'abbandono sono molteplici: è necessario sensibilizzare maggiormente il paziente per una migliore gestione della gotta e un monitoraggio dei sintomi simile a quanto messo in campo per alcune patologie croniche. Non da ultimo occorre migliorare il confronto con gli specialisti e soprattutto la formazione di noi Medici di medicina generale». Importante, per Medea, il contributo dei farmacisti: nel suggerire l'esame per verificare la quantità di acido urico nel sangue (test disponibile anche in farmacia); nel mettere sull'avviso il paziente quando l'utilizzo prolungato di farmaci da banco non produce effetti; infine, fondamentale, nel monitorare l'aderenza alla terapia.

In Italia, sottolineano gli esperti, fino a qualche mese fa non erano disponibili uricosurici, farmaci che aumentano l'escrezione renale di acido urico. «Da oggi invece è disponibile anche nel nostro Paese un uricosurico di nuova generazione, lesinurad», aggiunge Punzi, «che, a differenza dei vecchi trattamenti, non interferisce sui sistemi di eliminazione renale di metaboliti del nostro organismo o con altri farmaci. Questo trattamento, da somministrare in associazione ad allopurinolo o febuxostat, riduce il riassorbimento dell'acido urico dal rene al plasma, e corregge la ridotta escrezione renale di acido urico. Visti i meccanismi che portano all'iperuricemia, si tratta di un approccio più "fisiologico" al trattamento dell'iperuricemia e della gotta rispetto al passato».

Con questo farmaco Grünenthal Italia entra in una nuova area terapeutica: «Questa nuova soluzione rappresenta un nuovo trattamento per la gotta, che ci permette di rispondere a necessità terapeutiche non soddisfatte», dichiara Thilo Stadler, General Manager di Grünenthal Italia, «siamo orgogliosi di mettere a disposizione dei nostri pazienti ancora una volta un prodotto capace di fare veramente la differenza».

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