apr82014
Hiv, auto-test presto in farmacie inglesi e francesi
I cittadini francesi e inglesi troveranno presto in vendita nelle farmacie i kit per l’autodiagnosi dell’Hiv. In Francia, il ministro degli Affari sociali e della Sanità Marisol Touraine, ha scelto di dare l’annuncio in occasione dell’inaugurazione di Sidaction, il più importante evento annuale di sensibilizzazione e raccolta fondi per l’Aids. Ricordando che i kit per l’autodiagnosi saranno disponibili entro la fine dell’anno, il ministro ha fatto un appello a non abbassare la guardia contro questa malattia e ha indicato due priorità, la prevenzione e il test: «trent’anni dopo la scoperta dell’Hiv, si contano ancora 6.500 nuove infezioni ogni anno e si stima che circa 30.000 francesi siano sieropositivi senza saperlo».
La situazione è molto simile in Gran Bretagna, dove la Royal pharmaceutical society (Rps) ha accolto con soddisfazione la modifica delle norme che, fino alla scorsa settimana, impedivano alle aziende di mettere in commercio i test fai-da-te per il controllo dell’Hiv, in quanto la condizione di sieropositività doveva essere necessariamente comunicata da un professionista sanitario.
Heather Leake Date, portavoce della società farmaceutica britannica, prevede che i kit saranno disponibili già nei prossimi mesi e che questo aumenterà le possibilità per i cittadini di fare il test e accedere tempestivamente alle terapie. «Il test fai-da-te – ha dichiarato la portavoce - potrà aiutare ad aumentare le diagnosi di sieropositività, fornendo una nuova opzione per chi è riluttante a rivolgersi ai servizi esistenti». Inoltre, la disponibilità di prodotti certificati e sicuri servirà a ridimensionare un fenomeno pericoloso, l’acquisto via Internet, dove questi kit sono già in vendita ma ritenuti spesso inaffidabili. Quelli che entreranno regolarmente in commercio saranno accompagnati da istruzioni precise che dovranno essere seguite in modo scrupoloso perché il test dia risultati accurati. I riferimenti privilegiati restano comunque il medico e il farmacista e la portavoce dell’Rps raccomanda di rivolgersi a loro se si ritiene di essere a rischio.
Renato Torlaschi