ott72014
Hiv, poco noti i rischi di trasmissione
È contraddittorio il quadro che la popolazione italiana ha riguardo l'Hiv/Aids. Lo dimostrano i dati di una ricerca Gfk Eurisko, presentati ieri in un incontro a Milano. Da un lato 8 italiani su 10 non si sentono a rischio di contrarre l'Hiv perché confidano nei propri comportamenti (il 90% ritiene che avere rapporti sessuali protetti sia il metodo più sicuro), dall'altro, il 60% ritiene che l'infezione riguardi essenzialmente tossicodipendenti, persone con relazioni promiscue e omosessuali, e solo 2 italiani su 10 considera gli eterosessuali a rischio di contagio (l'epidemiologia evidenzia invece che tra i nuovi infetti la maggioranza relativa è eterosessuale). «Questi risultati dimostrano quanto la percezione del malato di Hiv sia ancora oggi legata a stereotipi dovuti probabilmente a una carenza di informazioni che rischia di penalizzare soprattutto i più giovani» commenta
Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento di ricerche sulla salute di GfK Eurisko. Inoltre, solo il 46% degli intervistati indica il test dell'Hiv come possibile strumento di prevenzione e controllo. Al contrario «non va mai sottovalutata l'importanza della diagnosi precoce dell'infezione» dichiara
Andrea Antinori, direttore Malattie infettive all'Inmi Lazzaro Spallanzani di Roma. «Infatti è dimostrata la correlazione tra l'inizio delle terapie e l'incremento della durata della vita e la riduzione di comorbilità». Il 74% degli intervistati è consapevole che l'Hiv non è curabile ma può essere tenuto sotto controllo con i farmaci. «Oggi possiamo contare su nuove terapie monodose, più tollerabili e con meno effetti collaterali rispetto al passato, che hanno permesso di controllare la malattia nel lungo periodo, trasformando l'Hiv/Aids in malattia cronica determinando un incremento anche nell'aspettativa di vita, oggi allineata alla sopravvivenza media» confermato
Giovanni Di Perri, professore ordinario di Malattie Infettive dell'Università degli Studi di Torino. Da sottolineare, al proposito, la recente rimborsabilità di un nuovo regime terapeutico in una sola compressa, da assumere una volta al giorno, che comprende quattro farmaci: tenofovir disoproxil fumarato, emtricitabina (inibitori rispettivamente nucleotidico e nucleosidico della trascrittasi inversa), elvitegravir e cobicistat, quest'ultimo in grado di prolungare la permanenza in circolo del vero elemento innovativo della combinazione, ovvero l'inibitore dell'integrasi elvitegravir. È il primo "single tablet regimen" che favorisce l'adesione al trattamento e semplifica la gestione della terapia e rientra tra i farmaci innovativi.