Farmaci e dintorni
05 Febbraio 2015La percezione del costo di un farmaco può influenzarne l'effetto benefico, anche se il farmaco è un placebo, almeno secondo uno studio pubblicato su Neurology. «L'aspettativa del paziente svolge un ruolo importante sull'efficacia della cura, e l'effetto placebo è ben documentato specie nei pazienti con morbo di Parkinson» esordisce Alberto Espay dell'Università di Cincinnati in Ohio e coautore dell'articolo, che assieme ai colleghi ha verificato se la percezione del costo di un farmaco potesse influenzare la risposta al placebo. «A 12 parkinsoniani è stato detto che avrebbero ricevuto due formulazioni della stessa medicina con efficacia simile, ma costo differente: 100 dollari contro 1.500 per singola dose» prosegue l'autore, chiarendo che entrambi i farmaci erano placebo. Prima e dopo ogni somministrazione sono state misurate le capacità motorie dei partecipanti, nonché la loro attività cerebrale con scansioni dell'encefalo. Ebbene, quando i pazienti hanno ricevuto il farmaco costoso, le capacità motorie sono migliorate del 28% rispetto al farmaco a buon mercato. «Questi dati aprono la strada a strategie per migliorare i benefici delle cure sfruttando la risposta al placebo» conclude Espay. E in un editoriale Peter LeWitt del Dipartimento di neurologia alla Wayne state university school of Medicine di Detroit, commenta: «Data l'influenza del prezzo del farmaco sull'effetto placebo è probabile che studi simili vengano svolti in futuro, anche se saranno necessarie garanzie etiche per i partecipanti». In primo luogo, l'inganno può essere consentito solo se i partecipanti sono consapevoli del fatto che potrebbero essere disinformati in qualche punto dello studio, senza scendere in dettagli. Secondo, il debriefing dopo il trattamento dovrebbe convincere i pazienti a esprimere eventuali insoddisfazione o critiche ai loro medici, onde evitare sentimenti di angoscia e il rifiuto di partecipare a studi futuri. «Questi risultati, nonostante i limiti, aprono gli occhi su un'altra interessante sfumatura dell'effetto placebo, con possibili implicazioni per la pratica clinica e la politica sanitaria» osserva l'editorialista. E conclude: «Tuttavia, come tutte le ricerche basate sull'inganno, è necessaria una maggiore vigilanza etica per garantire un'adeguata protezione dei diritti e del benessere dei partecipanti».
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