feb42013
Il selenio non riduce il rischio di malattie cardiache
Gli integratori di selenio risultano inefficaci nella prevenzione delle patologie cardiache, in base a una revisione sistematica della letteratura pubblicata sulla Cochrane Library. È noto che la dieta è strettamente correlata alla probabilità di contrarre numerose patologie
Gli integratori di selenio risultano inefficaci nella prevenzione delle patologie cardiache, in base a una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata venerdì scorso sulla Cochrane Library. È noto che la dieta è strettamente correlata alla probabilità di contrarre numerose patologie, incluse quelle cardiache, responsabili del maggior numero di decessi nei Paesi occidentali. È recente a questo proposito uno studio dei ricercatori dell’Università di Oxford, che hanno rilevato una riduzione delle malattie cardiache del 32% in coloro che seguono una dieta vegetariana. Ma il selenio, indicato da alcuni come protettore contro infiammazione e stress ossidativo, non ha fornito le prove sperate. La meta-analisi di 12 studi clinici condotti complessivamente su oltre 19.700 persone, non ha mostrato differenze associate all’assunzione di integratori di selenio rispetto al placebo: né nel rischio di disturbi cardiaci, né nel rischio di morte per malattie cardiache o per qualsiasi causa. Si temeva inoltre che persone con livelli elevati del minerale, assumendone troppo, potessero correre maggiori rischi di essere colpiti da diabete di tipo 2. Il fenomeno è stato rilevato, ma in misura troppo limitata per essere significativo dal punto di vista statistico; confermati invece, tra gli effetti collaterali, l’alopecia e le dermatiti. Gli studi analizzati sono stati condotti su individui sani e potrebbero essere utili approfondimenti per conoscere gli effetti degli integratori di selenio in popolazioni predisposte alla carenza di selenio. «Tuttavia – spiega Saverio Stranges, uno degli autori della revisione - l'uso indiscriminato e diffuso di integratori di selenio negli individui e popolazioni con stato di selenio sufficiente o elevato non è giustificato, e non deve essere incoraggiato. Assumere integratori di selenio probabilmente non è né utile né dannoso, ma data la mancanza di prove disponibili, a oggi non si può escludere con certezza un lieve aumento del rischio di diabete di tipo 2, almeno nei soggetti con livelli di selenio alto».