feb62014
In farmacia il ferro è orale
A seguito di una rivalutazione condotta dal Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Ema, dal 31 gennaio 2014 la Francia si è allineata all'Italia che, nell'ottobre scorso, aveva emesso raccomandazioni più stringenti sull'impiego di medicinali contenenti ferro per via endovenosa. Queste specialità possono essere somministrate solo da operatori sanitari e in presenza di strutture di rianimazione.
L'anemia da carenza di ferro (sideropenica) è una condizione molto diffusa legata a vari fattori di rischio come una dieta squilibrata, la presenza di malattie infiammatorie croniche, radioterapia, gravidanza. Oltre a modifiche nel regime alimentare, per trattare i tipici sintomi dell'anemia quali stanchezza, abbassamento delle difese immunitarie e irritabilità può essere utile intervenire integrando il ferro dall'esterno. Se la somministrazione per via orale non fosse praticabile si può ricorrere alla via parenterale tenendo conto che, come segnala l'Aifa nella sua Nota informativa, possono comparire reazioni di ipersensibilità potenzialmente fatali. Per tutelare la salute dei pazienti che assumono ferro, la norma ha imposto che i preparati per via parenterale possano essere somministrati esclusivamente in un contesto dotato di strutture di rianimazione in modo che sia disponibile personale qualificato per l'assistenza. In aggiunta, il Comitato per i medicinali per uso umano ha ritenuto che la pratica corrente di somministrare preliminarmente una piccola dose endovenosa di ferro non è una modalità affidabile; le reazioni allergiche possono infatti verificarsi anche quando una precedente somministrazione è stata tollerata. Dopo l'assunzione, i pazienti devono inoltre essere monitorati per almeno 30 minuti.
Perché interessa il farmacista: l'anemia è una condizione molto diffusa tra i bambini in età prescolare e nelle donne in gravidanza. È importante essere informati sulle vie di assunzione.
Marvi Tonus