feb72012
In Francia sono i medici a chiedere la ricetta elettronica
Anche in Francia si comincia a parlare di ricetta elettronica. E di sperimentazioni nelle quali coinvolgere farmacie e prescrittori. La cosa insolita è il fatto che da quella parte delle Alpi a mettere l’argomento sul tavolo è stato il Consiglio nazionale degli ordini sanitari
Anche in Francia si comincia a parlare di ricetta elettronica. E di sperimentazioni nelle quali coinvolgere farmacie e prescrittori. La cosa insolita (almeno a guardarla da qui) è però il fatto che da quella parte delle Alpi a mettere l’argomento sul tavolo non sono stati né il governo né qualche ministro dal piglio decisionista. No, a prendere per primo l’iniziativa è stato il Consiglio nazionale degli ordini sanitari: medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri, ostetriche, podologi. In un dossier preliminare diffuso a fine gennaio, il Consiglio propone l’avvio in tempi rapidi di una sperimentazione che dovrebbe coinvolgere un centinaio di farmacie e altrettanti studi medici. I motivi? Come si legge nel rapporto, gli ordini ritengono che la prescrizione digitale sia «inevitabile». E poi, riduce il rischio d’errori, agevola la prescrizione per principio attivo, fa emergere i fenomeni di sovraconsumo, migliora la qualità delle ricette, ne agevola il recapito all’assistito, accresce lo scambio di informazioni e la collaborazione tra i professionisti della salute.
Ovviamente la proposta degli ordini si è subito guadagnata l’attenzione del ministero della Sanità francese, che ha promesso massima priorità al progetto. Aiuta in questo il fatto che in Francia i sanitari sono già provvisti di una “smart card” personale con microchip (come la carta dei servizi lombarda) e una analoga viene fornita agli assistiti dal sistema sanitario pubblico. Non a caso, l’idea di base dalla quale si dovrebbe partire parrebbe ricalcare proprio il Siss della Lombardia: il medico prescrive utilizzando la propria carta e quella del paziente, questi si reca nella farmacia che gli è più comoda e lì il farmacista, con la propria carta e quella del paziente, accede al server delle ricette. Già, un’altra cosa: aiuta anche il fatto che là la banda larga è molto più “larga” della nostra.