dic32012

In gravidanza integrare solo quando serve

Gli integratori vitaminici e minerali possono svolgere un ruolo di rilievo durante la gravidanza, prevenendo danni al nascituro e alla donna dovuti a stati carenziali materni. Tuttavia possono anche essere pericolosi per la salute quando l’assunzione sia scorretta o non necessaria. Lo ribadiscono i risultati di una review sul tema portata a termine da Nils Hovdenak e Kjell Haram, dell'Ospedale universitario Haukeland di Bergen (Norvegia).
Per zinco e selenio, per esempio, non ci sono dati univoci: secondo una review Cochrane l'integrazione di zinco contrasta il basso peso alla nascita ma è prudente ricorrervi nelle donne con carenza dimostrata o condizioni di ridotto assorbimento del minerale (scarsa funzione gastroenterica, diete basate sui cereali ricchi in fitati, alti livelli di integrazione di ferro, malattie gastrointestinali). Niente prove certe a favore dell'utilità di una supplementazione di selenio, anche se bassi livelli del minerale si associano ad aborto ricorrente, preeclampsia e Iugr (Intrauterine growth retardation). Sul fronte vitamine gli autori ricordano che senza un'adeguata profilassi circa il 75% delle gravide svilupperebbe il deficit di almeno una vitamina, con conseguenze sul feto. L'integrazione di vitamina B12 può rendersi necessaria nelle donne vegetariane o con scarsa alimentazione carnea. Per la vitamina A, molto diffusa in Occidente, i veri rischi derivano dal sovradosaggio, che è teratogeno; invece la vitamina E non è consigliata perché altera il fisiologico stato gestazionale ossidativo. Più consensi sull’integrazione di ferro, calcio, magnesio, raccomandata nei caso di carenza dimostrata, e nessun veto specifico a Vitamina B6, D e C, sempre nel rispetto della prudenza consigliata al periodo ddella gravidanza.

Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol, 2012; 164(2):127-32