dic52019
Inalatore a basso impatto ambientale: in arrivo nel 2025 con investimento da 350 milioni di euro
Il Gruppo Chiesi annuncia il primo inalatore spray per asma e Bpco a basso impatto ambientale. Investimento di 350 milioni di euro e immissione sul mercato entro 2025
Sarà il primo
inalatore spray (
pressurized metered dose inhaler - Pmdi) per erogare il trattamento per
asma e
Bpco a ridotto
impatto ambientale, con una riduzione del 90% dell'impatto di carbonio attribuibili all'uso degli inalatori, grazie a un investimento di 350 milioni di euro i cinque anni. Lo ha annunciato il
Gruppo Chiesi che conta, infatti, di metterlo sul mercato entro il 2025.
L'azienda ha stipulato un accordo con Koura, il principale produttore di propellenti ad uso medico, per la fornitura di Hfa 152a (1,1- difluoroetano), un propellente idrofluoroalcano a basso potenziale di riscaldamento globale per il trattamento di malattie respiratorie come l'asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Questo nuovo propellente ridurrà al minimo la carbon footprint dei pMDI, fino al livello degli inalatori a polvere secca (Dpi) e permetterà al paziente di continuare a fruire dell'opzione terapeutica più appropriata nel rispetto dell'ambiente. La transizione dei prodotti Pmdi a Hfa 152a (1,1-difluoroetano) infatti, comporterà una riduzione del 90% del
carbon footprint degli inalatori.
«Riteniamo che la salvaguardia della salute dei pazienti e quella dell'ambiente non dovrebbero essere il frutto di un compromesso - dichiara
Ugo Di Francesco, amministratore delegato del Gruppo Chiesi -. Siamo orgogliosi di fornire inalatori sia Pmdi che Dpi e di aver intrapreso azioni decisive e ambiziose per permettere ai pazienti di poter continuare anche in futuro a scegliere l'inalatore più adatto alle proprie esigenze, al tempo stesso innovando al fine di trovare la soluzione più rispettosa dell'ambiente al momento disponibile. La sostituzione del trattamento terapeutico per motivi non clinici potrebbe potenzialmente avere un impatto negativo sulla salute dei pazienti, oltre a richiedere un ulteriore impegno economico. Non possiamo permettere che messaggi allarmanti, che pongono l'onere della responsabilità ambientale sui pazienti, danneggino il trattamento dell'asma e della Bpco. Di fronte a una crisi climatica globale, dobbiamo tutti condividere l'onere dell'azione. Per questo auspico che altri si uniscano a noi in questo percorso».
Chiesi ha già investito circa 50 milioni di euro in impianti di produzione per la nuova formulazione e collaborerà con Koura per finalizzare il pacchetto di tossicologia richiesto dalle agenzie regolatorie mondiali, prima di entrare nella fase successiva dei test clinici, obbligatori per qualsiasi nuovo farmaco. Il Gruppo, inoltre, ha ricevuto la certificazione B Corp per la trasparenza e la responsabilità sociale e ambientale, lo scorso settembre si è impegnato a raggiungere emissioni zero entro il 2035, ed oggi è la prima azienda del settore farmaceutico ad annunciare una soluzione per affrontare le emissioni di diossido di carbonio degli inalatori spray salvaguardando le opzioni terapeutiche necessarie per i pazienti.