Sanità

mag312016

Industria: Università non prepara al mondo del lavoro. Cantelli Forti (Sif): mancano risorse

Industria: Università non prepara al mondo del lavoro. Cantelli Forti (Sif): mancano risorse
L'Università e l'industria si interrogano sul come preparare al meglio i giovani al mondo del lavoro. L'input arriva dalla nona edizione dello Stresa Forum Pharma, dove i rappresentanti del mondo aziendale farmaceutico hanno ribadito che «impartire nozioni scientifiche durante i corsi di laurea, non è sufficiente». In sostanza, le imprese chiedono agli accademici di modernizzare i corsi di studio visto che, alle selezioni, «arrivano soltanto candidati che non hanno la minima idea delle dinamiche imprenditoriali e manageriali indispensabili per lavorare in industria». La fotografia è quella di giovani laureati in corsi sanitari, ben preparati dal punto di vista tecnico-scientifico ma - secondo le imprese - completamente a digiuno di competenze manageriali e gestionali: formati nel sapere ma non nel saper fare.

E da qui, l'appello alle Università affinché forniscano allo studente strumenti formativi a livello non solo clinico ma anche legislativo, regolatorio e manageriale. Ma la difesa degli accademici arriva dal Presidente della Società Italiana di Farmacologia (Sif), Giorgio Cantelli Forti: «Poche risorse ci costringono a selezionare tempo e contenuti; non possiamo insegnare anche management». Poi l'accusa all'attuale diritto del lavoro: «Competenze manageriali gli studenti potrebbero acquisirle durante stage aziendali post lauream, ma la legge impone esperienze formative troppo brevi, giacché di fronte all'obbligo di assumere il tirocinante dopo un certo numero di contratti a tempo si preferisce lasciarlo a casa, impedendo continuità didattica nella formazione imprenditoriale richiesta».

È ovvio, ribadisce il presidente Sif Cantelli Forti, che «Il laureato in Medicina avrà prima di tutto una vocazione clinica piuttosto che da dirigente sanitario o direttore scientifico aziendale. Così come farmacisti, biotecnologi e tutte le altre figure di laureati nel settore biomedico. Sia allora compito anche dell'industria, venire negli Atenei a tenere lezioni almeno per mettere a conoscenza lo studente delle ulteriori opportunità professionali». Ma per Cantelli Forti, è bene specificare che l'università non è un corso di formazione al lavoro, serve per dare una piattaforma solida culturale indirizzando, poi, verso possibili opportunità di lavoro. «Noi formiamo ragazzi che hanno già una valenza culturale molto ampia che con l'università non fa che migliorarsi. Fermo restando questo, si potrà poi ragionare con le aziende sul come superare tanti ostacoli che si frappongono fra i due mondi: come promuovere, ad esempio, dei training formativi per metà nell'università e per metà nell'industria. Ma questo nuovo paradigma deve essere prima di tutto assorbito da noi che siamo all'interno del sistema e poi dallo Stato che, finalizzando questo tipo di formazione, permette nuovi sbocchi sul mercato».

Se compito dell'Università - per il presidente Sif - è quello di dare gli strumenti tecnici e concettuali, compito dell'industria quello di fare scouting e formazione attraverso iniziative a cui l'Università sarebbe disponibile. «È chiaro - conclude - che bisogna rivedere il rapporto tra le discipline, permettendo che la farmacologia sia più preponderante rispetto ad oggi. Ma bisogna anche implementare l'insegnamento nell'uso dei farmaci biotecnologici. Dopodiché nulla osta a che si possano anche rivedere alcuni aspetti dei programmi dei corsi di laurea delle professioni sanitarie».


Rossella Gemma
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