feb192014
Interazioni fitoterapici-farmaci: pochi dati per il farmacista
Dare dei suggerimenti ai pazienti in merito a possibili interazioni tra i medicinali convenzionali e i prodotti di origine vegetale non è esattamente una pratica lineare, a causa della mancanza di evidenze attendibili e pubblicate. Sono queste le enigmatiche conclusioni dell'ultimo numero del Drug and therapeutics bulletin, rivista britannica punto di riferimento per azioni ed effetti dei farmaci. Il tema riguarda da vicino i farmacisti, ai quali spesso viene posta la questione sulle possibili interazioni e che, per il loro ruolo, devono prestare particolare attenzione al modo in cui comunicano. Per esempio è necessario tenere conto dell'età del pazienti perché i soggetti più anziani sono più a rischio di interazioni, inoltre - suggerisce l'articolo - il farmacista dovrebbe prima di tutto considerare il profilo farmacologico di ogni farmaco tradizionale, accanto alla potenziale attività di qualsiasi fitoterapico. Per aggirare il pericolo d'errore, la rivista consiglia di raccomandare solo prodotti fitoterapici ben noti perché registrati, cioè che abbiano ricevuto la nuova Ma (marketing authorisation) da parte della Mhra (Medicines and healthcare products regulatory agency) l'ente regolatorio britannico, o che avessero già il marchio di prodotto tradizionale Thr (traditional herbal registration). In pratica il bulletin anticipa, di poco, l'adeguamento alle nuove norme che entrerà in vigore il prossimo mese di maggio, secondo il quale potranno essere venduti fitoterapici con la Ma delle nuove preparazioni vegetali, basata su dati di qualità, sicurezza ed efficacia, oppure la Thr basata su sicurezza, qualità ed evidenze dell'uso tradizionale del prodotto. (E.L.)