apr222011
Ipasvi: dopo il decreto, aprire il tavolo con la Fofi
Ora che anche il decreto sulle professioni sanitarie in farmacia ha raggiunto la Gazzetta ufficiale, è opportuno che infermieri e farmacisti si mettano attorno a un tavolo per dare alcune regole alla collaborazione che si avvierà tra le due figure. Ne è convinta Annalisa Silvestro (nella foto), presidente nazionale dell’Ipasvi, la Federazione dei collegi degli infermieri, che a Farmacista33 anticipa l’intenzione di scrivere alla Fofi per chiedere l’apertura di un tavolo tra le due organizzazioni. «Con il presidente Mandelli» spiega «avevamo già convenuto sulla necessità di avviare un confronto sul tema, dopo le vacanze pasquali gli scriverò per auspicare un incontro».
Dalla sua prospettiva quali sono gli aspetti della collaborazione tra farmacista e infermiere sui quali occorrerebbe piantare alcuni paletti condivisi?
Per cominciare vanno esplorate le possibili configurazioni che potrà assumere il rapporto economico tra le due figure. Ci sono molti infermieri che svolgono attività libero-professionale, abbiamo un gruppo di lavoro che segue la materia e da questo potranno arrivare utili contributi per definire un quadro di riferimento.
Questioni deontologiche?
Anche. Le farmacie vendono prodotti del parafarmaco che l’infermiere consiglia abitualmente nella sua attività quotidiana. Sarà necessario garantire la massima trasparenza alla sua attività professionale e al rapporto con il farmacista.
Davanti ai nuovi servizi una buona fetta di titolari è titubante, persino scettica. Non tutti sono convinti che si tratti di un’occasione di rilancio per la farmacia. La sua opinione?
Dico solo una cosa: quando, un anno fa circa, il ministro Fazio diede ampia risonanza alla novità dell’infermiere in farmacia, i centralini dell’Ipasvi furono sommersi di telefonate, tutti volevano sapere quando e dove il servizio sarebbe stato disponibile. Per alcune settimane fummo costretti ad aumentare il personale ai telefoni, tante erano le richieste di informazioni.