Sanità

gen162015

Ipasvi: Farmacia dei servizi fatica a decollare ma gli infermieri puntano sul territorio

Ipasvi: Farmacia dei servizi fatica a decollare ma gli infermieri puntano sul territorio
Gli infermieri puntano a rinforzare la loro presenza sul territorio sia al fianco del medico di famiglia sia nel contesto della farmacia dei servizi. Lo ribadisce il presidente dei collegi Ipasvi Annalisa Silvestro (foto), spiegando che, se l'empowerment dell'infermiere non decolla, la colpa "pende" anche sulla carente volontà di cambiare delle istituzioni. La farmacia dei servizi è prevista dalla legge 69 del 2009 ma per gli infermieri e per i fisioterapisti il testo di riferimento è il decreto 16 dicembre 2010 che prevede lo svolgimento dell'attività in spazi dedicati all'interno delle farmacie, nonché la possibilità per i pazienti di fruire di servizi domiciliari o in centri attrezzati, prenotandosi dalla farmacia. In realtà a parte alcune sporadiche sperimentazioni- citiamo l'accordo Federfarma-Ada a Genova e l'avvio di quattro farmacie di comunità coordinate a Terni ¬ - la normativa non è applicata, e pesa su questo quadro il mancato decollo della trattativa convenzionale sulle farmacie. Silvestro lo conferma indirettamente. «Le istituzioni si chiedono subito "quanti soldi ci vogliono" per costruire un nuovo modello di assistenza sul territorio. Ma tanto nel contesto delle farmacie dei servizi quanto in quello dell'infermiere di famiglia bisognerebbe ragionare tutti insieme, tra professioni, anche per la copertura economica, con schemi diversi da quelli attuali di derivazione clinico-burocratica, partendo dai bisogni del paziente, spesso affetto da patologie cronico-degenerative».  L'invito è a sedersi a un tavolo «senza preconcetti». Peraltro, a fronte di una risposta istituzionale carente, la richiesta di assistenza infermieristica vive un boom come testimoniano i dati Censis prodotti alla convention bolognese degli infermieri liberi professionisti. Un milione e mezzo di italiani ha fatto ricorso a un infermiere privato per avere assistenza nel 2012, e sono stati spesi 2 miliardi per assistenza domiciliare privata affidata a personale infermieristico, molto spesso libero professionista. «Di fronte a simili dati - dice il leader Ipasvi - crediamo che il medico che opera da solo nel suo studio sia superato, occorre fare medicina di iniziativa ed immettere infermieri sul territorio».

Mauro Miserendino

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