mar252021
Jaborandi, profilo e azione
Pilocarpus Jaborandi è una pianta della famiglia delle Rutacee, originaria del Brasile, la tintura madre è preparata con le foglie che contengono alcaloidi, un olio essenziale e tannini
Pilocarpus Jaborandi è una pianta della famiglia delle Rutacee, originaria del Brasile. Il nome Pilocarpus deriva dal greco pileos o pilos = cappello, feltro e karpos. Con questo nome, nell'America del sud, si indicano parecchie piante del genere Pilocarpus. La Tintura madre è preparata con le foglie delle varietà P. Pennatifolius, P. Jaborandi e P. Microphillus che contengono alcaloidi, tra cui la pilocarpina, un olio essenziale, tannini e l'acido Jaborandico. Le proprietà farmacologiche dello Jaborandi sono principalmente legate al contenuto del suo più importante alcaloide, la pilocarpina, la cui azione è fondamentalmente simile a quella dell'acetilcolina di cui possiede tutte le proprietà muscariniche. Essa agisce con una spiccata elettività sui ricettori colinergici sui quali esplica un'azione eccitante diretta e selettiva. La Pilocarpina ha un'azione vagotonica e provoca ipersecrezione ghiandolare (sudorazione abbondante, ipersalivazione) e l'eccitazione del Sistema simpatico responsabile della miosi e delle turbe dell'accomodazione (difficoltà a fissare lo sguardo, appannamento della vista, cefalea).
Principali indicazioni d'uso
L'azione elettiva è nelle turbe visive e nelle ipersecrezioni ghiandolari. I disturbi oculari consistono in un affaticamento cui conseguono turbe dell'accomodazione. Accade sempre più spesso che si manifestino nelle persone costrette a lavorare a lungo davanti a computer o a schermi in generale. L'altra indicazione è per i pazienti vagotonici che presentano sudorazioni profuse e ipersalivazione.
Posologia
Sono consigliate le basse diluizioni (4 - 5 CH) ripetute due o tre volte al giorno.
Il simile cura il simile
In terapia convenzionale lo Jaborandi è impiegato soprattutto come scialagogo, come diaforetico (nell'uremia), e per facilitare l'espettorazione. La pilocarpina, sotto forma dei suoi sali, è impiegata in oculistica come miotico, e, inoltre, come antagonista negli avvelenamenti da Belladonna e da Atropina ed in medicina veterinaria, in alcuni casi, come purgante. In Omeopatia per similitudine si curano le turbe visive legate all'accomodazione della pupilla e le forme di scialorrea e di iperidrosi.
Tiziana Di Giampietro
Si ringrazia Siomi (Società italiana di medicina integrata) per la gentile collaborazione.