FITOTERAPIA

giu172016

La fitoterapia, dagli albori ai giorni nostri

Talvolta è necessario fare un passo indietro per farne due in avanti. Conoscere le origini storiche della fitoterapia e i suoi fondamenti è importante per capire i suoi sviluppi futuri

C'erano tempi in cui l'umanità si curava solo con la natura. La conoscenza di ciò che poteva far bene o male era il frutto dell'osservazione e della sperimentazione fatta da pochi coraggiosi pionieri. Questi saperi sono stati tramandati per generazioni e generazione contribuendo a formare la "conoscenza ancestrale" dell'umanità. In realtà l'essere umano non è l'unico "animale" a sapersi curare. Esempi in natura ce ne sono tanti, forse il più eclatante è quello degli scimpanzé della Tanzania. Quando sono colpiti dai vermi intestinali essi assumono il succo di una pianta, la Vernonia amygdalina, e fin qui niente di strano. La meraviglia sta nel fatto che lo stesso rimedio viene anche usato dagli indigeni locali. Un bell'esempio di integrazione direi!

Da notare che gli scimpanzé deliberatamente ingeriscono solo il succo della Vernonia e non le foglie che sono invece tossiche. Insomma svolgono un vero e proprio atto di auto-medicazione. Molti accademici storcerebbero il naso di fronte a questa affermazione senza per altro perdere la loro convinzione che: "la medicina naturale non funziona". Anche per questo motivo è nata la fitoterapia, (dal greco phytòn (pianta) therapéia (cura)) per ufficializzare una medicina che in realtà non aveva bisogno di presentazioni. La fitoterapia moderna è nata in un periodo storico, la metà del XX sec., in cui c'era la necessità di un rinnovamento. La farmacologia era ormai esplosa economicamente e la medicina naturale era rimasta indietro, appesantita com'era dalle pastoie del medioevo. C'era bisogno di aria nuova, di una disciplina che si basasse finalmente su evidenze scientifiche e su riscontri clinici. Dopo anni di empirismo si sono cominciati ad avere dati riproducibili e a delineare aspetti importanti delle piante come i profili fitochimici, le controindicazioni e le iterazioni farmacologiche.

Si è cominciato a parlare di estratti standardizzati perché gli unici in grado di garantire un elevato grado di riproducibilità. La fitoterapia persegue anche altri obbiettivi come la ricerca di nuovi composti di interesse biologico. Sono molti infatti i farmaci che derivano da sostanze di origine vegetale, anche alcuni antitumorali come le campotecine (Camptotheca acuminata), la podofillotossina (Podophyllum spp.), la vincristina e la vinblastina (Vinca rosea) o il lapacolo (Tabebuia impetiginosa). Tuttavia quando si parla di singolo principio attivo, anche se di origine naturale, si entra già nel campo della farmacologia mentre il vero principio forza della fitoterapia risiede proprio nel concetto di "squadra". Una compagine di molecole diverse che in sinergia agisce su target diversi per il raggiungimento dello stesso obiettivo terapeutico. È proprio vero, non si finisce mai di imparare.


Angelo Siviero
Farmacista galenico esperto in fitoterapia e medicine alternative
Per info: sivieroangelo1@gmail.com
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