giu102013
La terapia si personalizza anche con Asa
Anche a un farmaco datato come l'Asa (acido acetilsalicilico – aspirina) può essere applicato il concetto recente di “medicina personalizzata”. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'università Cattolica di Roma con uno studio presentato in occasione della Giornata della ricerca. Lo studio è partito dal fatto che in alcuni pazienti diabetici l'aspirina sembrava avere meno effetto, come se i diabetici fossero resistenti. I ricercatori hanno quindi studiato la risposta al farmaco, che inibisce un enzima legato alla coagulazione, di un gruppo di pazienti diabetici, scoprendo che il problema non era legato al meccanismo d’azione ma al fatto che in alcuni soggetti c'è un recupero più veloce dell'enzima, problema che può essere con somministrazioni più ravvicinate del farmaco ma senza aumentare le dosi. «L'alterazione che abbiamo descritto in una frazione della popolazione diabetica» ha concluso Carlo Patrono, coordinatore dello studio «si riscontra anche in una frazione dei pazienti obesi non diabetici e nella stragrande maggioranza dei pazienti con trombocitemia essenziale, una neoplasia caratterizzata da abnorme produzione di piastrine». Sempre nell'ambito delle malattie cardiovascolari, un altro studio presentato ha trovato 3 mutazioni di un gene che, se presenti contemporaneamente, aumentano di 60 volte il rischio di ictus: «Quando avremo conosciuto bene i fattori di rischio genetico, che sono in genere moltissimi per le malattie più diffuse, potremo individuare un pannello dei fattori di rischio più importanti nel causare una malattia» ha sottolineato Giovanni Ghirlanda, coordinatore della ricerca «e mettere a punto un test genetico per stabilire il rischio individuale di danni vascolari e decidere un percorso personalizzato in base al rischio di ciascuno».