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Politica e Sanità

08 Febbraio 2019

Laurea in farmacia, proposto sbarramento meritocratico dopo primo anno


Il fenomeno viene denunciato ormai da diverso tempo e proprio di recente è stato riproposto all'attenzione della politica: se, da un lato, il numero di laureati in Farmacia e Ctf tende, di anno in anno, ad aumentare, la capacità del mercato del lavoro di assorbire i nuovi professionisti non va di pari passo, tanto che il fabbisogno stimato di farmacisti per il sistema sanitario nel suo complesso per il 2019-2020 viene indicato pari a zero. Una situazione, questa, che mette a rischio le prospettive occupazionali: nell'arco di un ventennio il numero di disoccupati potrebbe raggiungere «circa 50.000 unità, a cui andranno a sommarsi i 13.000 farmacisti già disoccupati oggi, sui 100.000 iscritti agli ordini professionali». A fare il quadro, in un'audizione presso la VII Commissione della Camera (cultura, scienza ed istruzione), è Luigi D'Ambrosio Lettieri, vicepresidente Fofi, che ha anche rilanciato la proposta del numero chiuso nazionale, programmato sulla base del fabbisogno effettivo, nella modalità dello sbarramento su base meritocratica dopo il primo anno di corso. L'intervento è avvenuto nel corso dell'esame abbinato, in sede referente, degli 8 progetti di legge relativi all'accesso ai corsi universitari, durante il quale sono stati auditi anche la federazione degli Ordini dei medici, dei veterinari e degli infermieri.

«Ci troviamo di fronte a un vero allarme, che la Fofi va denunciando già dal 2006» è la riflessione di Lettieri «e che sta emergendo anche dal tavolo con il ministero della Salute istituito quasi quattro anni fa all'interno del progetto europeo per la definizione delle metodologie per la determinazione dei fabbisogni di personale» del sistema sanitario nel suo complesso con una prospettiva di 25 anni - partito in via sperimentale su medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri e ostetrici e ora a regime. «Per l'anno 2016-2017 il fabbisogno di farmacisti è stato quantificato in 1279 unità, mentre abbiamo registrato 4700 laureati, di cui 4000 poi iscritti agli albi; nel 2017-2018 il numero delle richieste del sistema era di 448, con un totale di laureati che non si è discostato dalla precedente rilevazione; e per il 2019-2020 come Fofi indichiamo un fabbisogno pari a zero. Alla luce di questi dati, nel ventennio, la proiezione che può essere fatta ci consegna un numero di disoccupati, nel comparto, di circa 50.000 unità, a cui andranno ad aggiungersi i 13.000 farmacisti già disoccupati oggi, sui 100.000 iscritti agli ordini professionali». In questa situazione, va rilevato che «oggi, i corsi di laurea in Farmacia e Ctf prevedono un accesso libero, con una programmazione di ambito territoriale, commisurata alle possibilità di risorse umane e strutturali delle singole università». Quello che invece sarebbe necessario «è rendere coerente la programmazione degli accessi alle università, formulata a livello nazionale, con l'effettivo fabbisogno del territorio. Altrimenti il rischio è di illudere i giovani». In particolare, la proposta è di superare il sistema dei «quiz, che non è adeguato», per «introdurre, invece, meccanismi di meritocrazia»: «accesso libero, quindi, al primo anno e solo al termine prevedere un criterio selettivo basato sul raggiungimento di un numero minimo di crediti», con una selettività coerente con il fabbisogno di professionisti.

Sul tema è intervenuto anche il Presidente della Fofi Andrea Mandelli con una nota: «Una nuova regolazione non è più rinviabile, innanzitutto per non continuare a creare professionisti disoccupati o sotto-occupati, anche in considerazione dei sacrifici, economici e non solo, che sostengono studenti e famiglie. L'analisi e la proposta presentate dalla Federazione in Commissione Cultura della Camera, basate anche sulle altre esperienze europee, vanno nella direzione di premiare il merito dei singoli e di garantire al Servizio sanitario e al Paese professionisti adeguatamente formati, motivati e in numero adeguato ai bisogni di salute della popolazione».

Francesca Giani

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