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23 Marzo 2022

Caro energia, imprese e attività a rischio. Le ricadute sulla filiera del farmaco e le nuove misure


Gli effetti del caro energia sta impattando tutti i settori, sanità compresa. Il grido d'allarme arriva anche dal territorio, dove si temono forti impatti su imprese e famiglie


Gli effetti del caro energia, con l'aumento di bollette e carburante, sta impattando tutti i settori del Paese, sanità compresa. Le strutture ospedaliere prevedono circa 500 milioni di spese in più per far fronte ai rincari e anche da parte della filiera farmaceutica - aziende produttive e distribuzione - più volte è stato invocato un intervento dalle Istituzioni. Ma il grido d'allarme arriva anche dal territorio, dove si temono forti impatti su imprese e famiglie. Intanto, sono stati pubblicati ieri in Gazzetta ufficiale i due provvedimenti, tra cui il cosiddetto Decreto Energia, che introducono alcune misure per mitigare gli effetti della crisi e a favore di imprese e lavoratori.

Decreto energia: scatta taglio a benzina e Gpl

Il caro energia è un tema su cui si è al lavoro ormai da diversi mesi e che è stato aggravato dal conflitto in Ucraina. Ieri sono stati pubblicati in Gazzetta ufficiale i due provvedimenti, varati il 18 - uno dal ministero dell'economia e l'altro, il cosiddetto Decreto energia, dal Cdm - che introducono una serie di misure per cercare di mitigarne gli effetti. Già, da oggi, quindi, scatta la riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione: su benzina il taglio è di 25 centesimi di euro al litro, per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, anche se è previsto che fino al 31 dicembre le aliquote potranno essere rideterminate tramite decreto ministeriale, con un iter più snello. Per il Gpl le accise diminuiscono invece di 8,5 centesimi, come previsto nel decreto ministeriale (sommando l'Iva si arriva al consumo a 10,37 centesimi). Ma per le associazioni dei consumatori e per le imprese si tratta di interventi insufficienti, sia per entità e sia per il limite temporale imposto. Sempre in tema di benzina, c'è anche la norma finalizzata ad aiutare i lavoratori che usano mezzi propri per arrivare al lavoro: i buoni benzina, fino a 200 euro, che i datori di lavoro possono dare ai propri dipendenti non concorreranno alla formazione del reddito imponibile. Nel decreto legge poi è anche previsto il prelievo del 10 % sugli extra profitti delle società energetiche (per finanziare le misure).

Previsti aiuti per bollette e imprese

Per quanto riguarda i costi dell'energia, invece, sono stati introdotti una serie di crediti d'imposta. Come spiegato dal Governo, uno di questi va "alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, diverse dalle imprese a forte consumo di energia elettrica. Il credito è pari al 12% della spesa sostenuta per l'acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel secondo trimestre del 2022 ed è riconosciuto qualora il prezzo della stessa, calcolato sulla base della media riferita al primo trimestre 2022, abbia subito un incremento del costo per kWh superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell'anno 2019". Per quanto riguarda invece "le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, il credito è pari al 20% della spesa sostenuta per l'acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre solare dell'anno 2022, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre 2022, dei prezzi di riferimento pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (GME), abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell'anno 2019". Il "credito d'imposta relativo ai consumi di energia elettrica è cedibile ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia". Sono poi incrementati i crediti d'imposta, già riconosciuti dal decreto-legge n. 17/2020, a favore delle imprese energivore (dal 20% al 25%) e quello a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (dal 15% al 20%). Previsti infine sostegni alle imprese, tra cui la "rateizzazione delle bollette per i consumi energetici e garanzia SACE".

Restano le ricadute del caro energia su sanità e filiera farmaceutica

Nonostante le misure, però, resta alta la preoccupazione per le ricadute della crisi sulla sanità. Ieri, dalla Fiaso, la Federazione delle aziende ospedaliere, è stata fatta la previsione di un aumento delle spese per l'energia di 500 milioni di euro - in più rispetto ai 786 milioni che il Ssn destina alla spesa per l'energia. "Un incremento che graverà sensibilmente sui bilanci delle Aziende sanitarie pubbliche, con effetti sul conto economico e sugli investimenti". Grido d'allarme anche dalla filiera farmaceutica e in particolare dalla distribuzione del farmaco, come riferisce un articolo di F-Online, che invoca interventi strutturali e mirati per il settore. «Ormai da diversi anni» ha spiegato Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi che nei giorni scorsi insieme ad Adf hanno inviato una lettera a Governo e Ministeri, «il comparto vive una situazione di grande difficoltà e da troppo tempo siamo in attesa di una riforma strutturale, che fatica ad arrivare. A questo, si aggiungono le difficoltà legate al caro energia», ma, «per continuare a garantire il servizio essenziale di cui siamo espressione con la massima qualità, il comparto ha bisogno, nei tempi più brevi possibili, di misure di sostegno che siano specifiche e di interventi strutturali, per adeguare il settore, anche alla luce delle trasformazioni che sta vivendo». Ma la preoccupazione c'è anche per la tenuta delle imprese: da Confesercenti nei giorni scorsi era infatti stato segnalato che "gli aumenti nella spesa per l'energia si traducono per famiglie e cittadini in uno spostamento di spesa dagli altri beni e servizi pari a 54 miliardi di euro".

Francesca Giani

TAG: OSPEDALI, FILIERA DEL FARMACO, UCRAINA

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