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Politica e Sanità

21 Gennaio 2015

Liberalizzazioni, Conad rilancia: no ad anacronistiche barriere. Fascia C alle parafarmacie


Liberalizzazioni sì, liberalizzazioni no. Una cosa è certa, il tema, come anticipato da Farmacista33 nel dicembre scorso è nell'agenda del Governo e tra le ipotesi al vaglio ci sono corposi interventi sulle farmacie e sui farmaci di fascia C. Ma sulle modalità di intervento è ancora buio e la stessa compagine governativa sembrerebbe avere al suo interno posizioni contrastanti. Se, infatti, il ministro Guidi ha dichiarato come le parafarmacie sarebbero state al centro di misure pro-concorrenza, il sottosegretario Vicari, dal canto suo ha detto a Farmacista33 come sia inopportuno intervenire sulle farmacie. In attesa che la matassa si sbrogli, anche una realtà di spicco nella Grande distribuzione organizzata come Conad, per voce del suo direttore marketing dei canali distributivi, Alberto Moretti, rilancia sul tema delle liberalizzazioni, parlando di «anacronistiche barriere - che di fatto, ostacolano l'ingresso di nuovi operatori nei mercati» e chiedendo «una vera liberalizzazione del mercato dei farmaci, come è accaduto in Europa, che riguardi anche la fascia C».

Dottor Moretti, la Gdo, stando alle statistiche diffuse da Federfarma sembra in sofferenza. Come vede lo scenario nell'ambito delle parafarmacie?
L'andamento delle parafarmacie Conad è positivo, in costante crescita, tanto che nei piani di sviluppo per l'anno in corso ne prevediamo altre 20 oltre le 82 in attività nei nostri punti di vendita e centri commerciali. Contiamo, dunque, di superare quota 100 a fine 2015.
I valori di redditività non possono essere paragonati a quelli delle farmacie tradizionali, ma il suo avvento ha costretto la farmacia a rivedere la propria politica sul parafarmaco, portando ad una riduzione dei prezzi. Possiamo dire che la liberalizzazione in questo comparto ha prodotto buoni risultati, soprattutto per i cittadini, che ora possono disporre di un servizio molto più in sintonia con le loro necessità.

Si parla di liberalizzazioni per il 2015. Come vede l'eventualità in particolare in relazione alla gdo e alle farmacie?
La grande distribuzione organizzata è già liberalizzata quanto a orari e giorni di apertura, lasciando libertà all'imprenditore in ragione dell'andamento del mercato e del suo esercizio.
Se aumenta il grado di liberalizzazione del mercato, i vantaggi sono tutti per la collettività. Tenga presente che nel nostro Paese cresce la povertà sanitaria, per cui una fascia di popolazione non è più in grado di acquistare medicinali, nemmeno quelli con ricetta medica, a causa di ticket e superticket. Nel 2014 sono aumentate del 3,86 per cento le richieste di farmaci agli enti caritatevoli da parte di persone indigenti: si è-passati dai 2.943.659 confezioni di medicine richieste nel 2013 ai 3.057.405 del 2014 (fonte: Rapporto Donare per curare ¬‐ Osservatorio sulla donazione dei farmaci del Banco Farmaceutico Onlus).

In un'intervista rilasciata a Farmacista33, il sottosegretario Vicari tira il freno dicendo sì alle liberalizzazioni ma non nell'area farmacia dove già molto è stato fatto da Monti e dove le parafarmacie non hanno raccolto l'occasione. Che cosa ne pensa?
Il governo Monti aveva aperto alla vendita di prodotti galenici e di farmaci veterinari: un'apertura irrilevante, tanto marginale che neppure le farmacie tradizionali stesse erano interessate più di tanto (considerato che spesso i farmaci per gli animali sono forniti dagli stessi medici veterinari). Se queste sono le occasioni che la grande distribuzione organizzata non sarebbe stata capace di cogliere, la cosa è priva di senso. Conad è per una "vera" liberalizzazione del mercato dei farmaci, come è accaduto in Europa, che riguardi anche la fascia C, quella di prodotti con obbligo di prescrizione medica non rimborsabile. È tale comparto che può fare la reale differenza per il cittadino, tenendo conto che tale spesa costituisce il 16,7% della spesa farmaceutica totale (fonte: Assosalute), ovvero 4,3 miliardi di euro.
Non si capisce, dunque, perché la parafarmacia debba essere costantemente emarginata: non c'è differenza di professionalità e competenza con la farmacia tradizionale nella dispensazione del farmaco perché i suoi farmacisti sono laureati e iscritti all'Ordine, gli orari sono più ampi di quelli della farmacia tradizionale perché in sintonia con apertura e chiusura del punto di vendita in cui sono inserite, l'offerta e la disponibilità di servizi sono più alte.
La persistenza di anacronistiche barriere - che, di fatto, ostacolano l'ingresso di nuovi operatori nei mercati - limita l'effettiva concorrenzialità dei mercati, non porta benefici ai cittadini e non consente al Paese di innovare e migliorare la propria efficienza, condizione indispensabile anche per la modernizzazione e la crescita del commercio.
Per tali ragioni Conad auspica un più forte e mirato intervento del governo in grado di migliorare e rendere più efficiente il sistema Italia nel suo complesso, dando nel contempo risposte concrete alle reali necessità dei cittadini anche in materia di dispensazione dei farmaci.

Marco Malagutti

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