feb172015
Liberalizzazioni, Coop rilancia con una pagina pubblicitaria. Lorenzin: fascia C fuori da farmacie insostenibile
"Liberalizzazioni vuol dire anche essere liberi di spendere meno". La settimana che prelude all'attesissimo Consiglio dei ministri del 20 febbraio nel quale si dovrebbe parlare del Ddl concorrenza e di possibili liberalizzazioni in farmacia, comincia con una pagina acquistata da Coop sui principali quotidiani nazionali. Il messaggio è chiaro. «I prezzi dei farmaci possono calare a beneficio della collettività, senza danni per nessuno» si scrive nella pagina pubblicitaria, nella quale campeggia una confezione di acido acetilsalicilico e acido ascorbico di marchio Coop con tanto di prezzo medio dei punti vendita. Non solo. La pagina pubblicitaria sottolinea come «Coop nei suoi 123 Coop Salute, grazie all'operato di 450 farmacisti seri e preparati, distribuisce farmaci da banco a un prezzo inferiore fino al 30% rispetto allo stesso farmaco acquistato in farmacia». Un attacco in piena regola alle farmacie e un messaggio dirompente per il pubblico generalista che si chiude con una strizzata d'occhio finale. «Una vera liberalizzazione che equipari le parafarmacie alle farmacie renderebbe i cittadini più ricchi e ugualmente sicuri del servizio: perché anche da noi il farmaco non è una merce». In attesa di una risposta da parte di Federfarma, ieri dal ministro Lorenzin è arrivato nuovo sostegno al fronte delle farmacie. «Per adesso come ministro ho detto quello che penso. Tecnicamente per noi è insostenibile» l'ipotesi di vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie ha detto Lorenzin a margine di una conferenza stampa a Roma. «Il Ddl è complesso ed è difficile e immagino che il Mise starà lavorando. Avremo sicuramente un confronto nei prossimi giorni» ha concluso. Nel frattempo, rende noto un comunicato di Federfarma, il Pgeu (Raggruppamento farmaceutico dell'Unione Europea) ha inviata una nota ai ministri Guidi e Lorenzin e al sottosegretario agli Affari Europei della Presidenza del Consiglio Sandro Gozi, ricordando che «nessun Paese europeo permette la dispensazione di farmaci etici al di fuori delle farmacie regolarmente autorizzate», al di fuori cioè di «un contesto il cui obiettivo primario è l'assistenza sanitaria, soggetto a normative professionali e a standard deontologici e dove gli standard professionali prevalgono su obiettivi eminentemente commerciali». Non è vero, quindi, sottolineano i titolari, che l'Europa chiede di deregolamentare la distribuzione dei farmaci con ricetta.
Marco Malagutti