Sanità

feb172015

Liberalizzazioni, Schito (Assofarm): farmacie già colpite da misure non ancora assorbite

Liberalizzazioni, Schito (Assofarm): farmacie già colpite da misure non ancora assorbite
Le proposte di liberalizzazione arrivano in un momento di grande incertezza per il sistema delle farmacie, colpito già da misure di cui ancora non sono stati percepiti gli impatti, come per esempio le gare per categorie terapeutiche omogenee, con l'incognita delle ipotesi di taglio alla farmaceutica riprese dalle Regioni, mentre convenzione e remunerazione, che avrebbero potuto dare respiro al sistema, al momento non sembrano così vicine, così come la partita degli innovativi ed ex-osp 2. In questo contesto il rischio è di destabilizzare completamente il sistema. A esprimere preoccupazione Francesco Schito, direttore generale Assofarm, che siamo andati a sentire in preparazione del consiglio dei ministri del 20, nel quale è calendarizzato il ddl pro concorrenza. «Tra le misure anticipate che riguardano le farmacie c'è tanta carne al fuoco ma i lavori si dovranno concentrare su alcuni punti - sembra più probabile fascia C, poi eventualmente una apertura di qualche tipo alle catene. La nostra speranza è naturalmente che prevalga il buon senso e si vada verso uno stop o almeno una pausa di riflessione che permetta di dare rivedere il sistema nel suo complesso. Senz'altro un primo punto che si dovrà vedere è lo strumento che porterà avanti le eventuali misure: secondo le indicazioni dell'antitrust e anche sulla base del discorso di insediamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha lamentato un eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza, potrebbe prevalere il disegno di legge e questa via sarebbe di gran lunga preferibile in quanto nel lungo iter parlamentare c'è maggiore possibilità di confronto, ma è anche vero che siamo abituati a colpi di mano e finora i provvedimenti che hanno portato avanti contenuti di questo tipo sulle farmacie sono stati decreti legge». Detto questo, «il contesto attuale è di forte instabilità». Allo stato attuale «ci sono regioni dove paradossalmente, tra costi di personale, sconti, e via di seguito, si è in una situazione in cui, sulla fascia A, ci si rimette quasi. Penso per esempio all'Emilia Romagna dove ormai il valore della ricetta è compreso tra 10 e 12 euro». E poi ci sono «misure che pendono sul sistema delle farmacie, come per esempio le gare per categorie terapeutiche omogenee, che rischiano di ridurre ulteriormente il margine». Mentre al contempo «non si è provveduto a far evolvere la farmacia: la questione degli ex osp 2 e in generale degli innovativi non sta andando avanti. Anche la convenzione e la remunerazione avrebbero potuto rappresentare elementi di stabilizzazione del sistema, creando condizioni diverse su cui avviare riflessioni di questo tipo». Insomma, «senza una revisione sistematica della situazione il rischio è di destabilizzare completamente un sistema che è un valore del nostro paese».

Francesca Giani

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