gen272012
Liberalizzazioni, sugli orari Federfarma cerca appoggi tra le Regioni
Tra i provvedimenti dell’articolo 11 da ieri in vigore, la liberalizzazione degli orari potrebbe essere quello che le farmacie del territorio recepiranno più velocemente. Ne sono convinti in molti, visto che da sempre il tema dei turni e dei tetti orari settimanali è causa di liti (anche giudiziali) infinite, soprattutto nelle grandi città. Non a caso, in queste ore Federfarma ha avviato contatti con diverse Regioni per rammentare i rischi che le aperture libere comportano per le farmacie di turno e soprattutto quelle che effettuano servizio notturno volontario: per tali presidi, infatti, la redditività si gioca in gran parte nella fascia tra le 20 e le 24; se altre farmacie decidessero di posticipare la chiusura alle 22, il conto economico potrebbe non tornare più.
L’iniziativa è legata alla speranza che dai governatori possa arrivare uno stop al decreto o a qualcuno dei suoi provvedimenti. Ieri, per esempio, in un’intervista al Corriere della Sera l’assessore alla Sanità della Lombardia, Luciano Bresciani, prometteva un attento esame del testo nell’eventualità di un ricorso per violazione del Titolo V della Costituzione. C’è il sospetto che si tratti di esternazioni tattiche da collocare nel quadro della diatriba in corso tra Lega e Pdl, ma allora bastano le dichiarazioni di qualche giorno prima del governatore della Toscana, il Pd Enrico Rossi, che nonostante Bersani e le Coop prometteva un ricorso alla Corte costituzionale sulla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. E’ un altro articolo del decreto, ma la contiguità con le norme riguardanti la farmacia è evidente.
«In effetti l’impressione è che il testo non potrà non subire rimaneggiamenti» è il commento di Quintino Lombardo, avvocato «in ogni caso le norme sono in vigore, quindi sugli orari ogni titolare può già comportarsi come più gli conviene. Stesso discorso sugli sconti: ora si possono fare anche sui farmaci di fascia A prescritti su ricetta bianca. Invece non sono possibili sconti sui ticket pagati dall’assistito per i farmaci di fascia A con ricetta rossa. Giusto dirlo nel caso a qualche titolare sia balenata l’idea». L’inventiva dei farmacisti è spesso sfrenata.